Il Congresso del Guatemala ha approvato la «Legge per la tutela della vita e della famiglia», che proibisce completamente l’aborto e ribadisce che può definirsi «famiglia» solo un nucleo composto da un uomo, una donna e i loro figli. Per entrare in vigore dovrà essere firmata dal presidente Alejandro Giammattei.
Cosa dice la legge?
Il provvedimento legislativo era stato presentato per la prima volta nell’aprile 2017 da un gruppo di parlamentari «pro-vita». Secondo il quotidiano La Hora, la normativa è stata approvata martedì 8 marzo con 101 voti favorevoli e 8 contrari. Prima le pene massime in caso di aborto arrivavano fino a tre anni di reclusione. Ora, con questa nuova disciplina, le donne che scelgono di sottoporsi all’interruzione volontaria di gravidanza o che la praticano, rischiano da un minimo di cinque a un massimo di dieci anni di carcere.
Inoltre, la legge vieta espressamente il matrimonio tra persone dello stesso sesso, già illegale, e proibisce l’insegnamento nelle scuole di qualsiasi tema che possa «deviare» l’identità di genere.
L’indignazione dei movimenti femministi
Composta da 21 articoli, i movimenti femministi e organizzazioni sociali hanno contestato la legge. «Questo è l’attacco più regressivo e generalizzato ai diritti delle donne e delle persone LGBT», ha affermato Cristian González Cabrera, ricercatore di Human Rights Watch. «Ancora più donne saranno costrette a mettere a rischio la propria salute e la propria vita».
L’aborto nel mondo
L’accesso delle donne all’aborto continua ad essere dibattuto in tutto il mondo. Ecco com’è la situazione in alcuni paesi:
- Colombia: nel 2022 la Corte Suprema del paese ha depenalizzato l’aborto, diventando così la terza grande nazione latinoamericana a consentire l’accesso alla procedura
- Messico: nel 2021 la Corte Suprema ha votato all’unanimità per depenalizzare l’aborto nello stato di Coahuila, nel nord del paese. I giudici hanno stabilito che la pena prevista per l’aborto in questo stato, fino a tre anni di carcere, era incostituzionale.
- Argentina: nel 2020 anche il Senato ha approvato un disegno di legge che legalizza l’interruzione volontaria di gravidanza, che prima era ammessa solo in caso di stupro o se la salute della donna era in pericolo.
- Cina: il Consiglio di stato, all’interno delle nuove linee guida per migliorare la salute riproduttiva delle donne, ha annunciato l’intenzione di ridurre la prevalenza di aborti “non necessari dal punto di vista medico”.
- Thailandia: nel 2021 il Parlamento thailandese ha votato per rendere legale l’aborto nel primo trimestre. Continua, però, a punire con una multa o con il carcere fino a sei mesi le donne che abortiscono oltre le dodici settimane.