Draghi, un governo del nord: 15 politici, 8 tecnici, un terzo le donne

L’esecutivo di Mario Draghi, dopo nove giorni dall’affidamento dell’incarico, è ufficialmente avviato. Sabato 13 febbraio, poco prima delle 12, al Quirinale, si è tenuto il Giuramento davanti al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella dell’ex capo di Bce e dei suoi 23 ministri, nominati il giorno prima in serata. “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell’interesse esclusivo della Nazione.” Il primo a pronunciarsi è proprio Mario Draghi, seguito dai ministri, a partire da Federico D’Incà, (Rapporti con il Parlamento), Roberto Cingolani (Ambiente e Transizione Ecologica), Mara Carfagna (Sud). Molti dei ministri incaricati da Draghi sono stati protagonisti della politica italiana post 2008, della destra berlusconiana.

Prevalenza del nord: un rapporto uno a due, un terzo le donne

I dicasteri sono molto simili a quelli di Giuseppe Conte. Una squadra di politici e tecnici, nominati alle 19 di venerdì 12 febbraio, quando l’ex banchiere ha sciolto la riserva al Colle. Con una proporzione di uno a due, si contano quindici politici e otto tecnici. Quattro ministeri sono al Movimento 5 stelle, tre a Forza Italia, Lega e Pd, uno a Italia viva e uno a Leu. Otto sono le donne su ventitré poltrone in totale, poco più di un terzo. Non vengono incaricati direttamente i leader dei partiti, ma i rispettivi numeri due. L’età media della nuova squadra di governo si alza a 54 anni, e si contano 18 ministri del nord —9 di questi solo dalla Lombardia—uno del centro, e 4 del sud. Nel nuovo governo Draghi, il nord è presente dunque al 75%.

Mario Draghi annuncia i 23 ministri, Quirinale, Roma.

I tecnici

Di grande interesse per l’opinione pubblica l’istituzione di un nuovo ministero: quello della Transizione Ecologica, sostitutivo dell’Ambiente, assegnato al fisico Roberto Cingolani, manager di Leonardo-Finmeccanica, azienda attiva nel settore della difesa, nonché storica fornitrice di armamenti in zone di conflitto, tra cui quella dello Yemen. Il ministero era stato richiesto da Beppe Grillo come condizione per l’appoggio del M5S. 

Altri tecnici: all’Economia il direttore generale di Bankitalia Daniele Franco, alla Giustizia Marta Cartabia, ex presidente della Consulta nominata da Napolitano vicina a Comunione e Liberazione, antiabortista e contraria a eutanasia, unioni civili tra persone dello stesso sesso, che ha definito “pretesa di falsi diritti”, mentre il manager Vittorio Colao alla Transizione digitale. A Colao era già stato incaricato da Conte il compito di ricostruire l’economia post-Covid, con priorità a imprese, privato, sussidi agli investimenti.

Cristina Messa, ex rettrice della Bicocca, diventa ministro dell’Università e Ricerca. “Favorire lo stile campus americano” e “l’imprenditorialità” sono i capisaldi della sua gestione universitaria, secondo quanto riportato dal Foglio. A Patrizio Bianchi, economista ed ex assessore regionale in Emilia Romagna, va il ministero dell’Istruzione. Enrico Giovannini, già ministro con Mario Monti, è invece alle Infrastrutture.

I politici

Renato Brunetta durante il giuramento, Quirinale, Roma.

I politici confermati dal precedente governo Conte 2 sono: Luigi di Maio agli Esteri, Federico d’Incà ai rapporti con il Parlamento, Fabiana Dadone che va dalla Pubblica Amministrazione alle Politiche Giovanili. Stefano Patuanelli lascia lo Sviluppo Economico e va all’Agricoltura, mentre alla cultura viene confermato Dario Franceschini, e Lorenzo Guerini alla difesa, entrambi del PD. Roberto Speranza (Leu) confermato alla Salute ed Elena Bonetti alle Pari Opportunità.

La Lega torna al governo con Giancarlo Giorgetti allo Sviluppo Economico, Erika Stefani, ex ministro degli Affari Regionali del governo Conte 1, alle Disabilità, e Massimo Garavaglia al ricostituito ministero del Turismo. Forza Italia assegna le tre poltrone a tre ex ministri, i cui nomi non comparivano dai tempi del governo Berlusconi: Renato Brunetta alla Pubblica Amministrazione, Mara Carfagna al Sud e Coesione Sociale, Maria Stella Gelmini, ex ministro dell’Istruzione durante Berlusconi 4 (2008-2011), ricordata per le forti contestazioni studentesche, agli Affari Regionali. Sottosegretario alla presidenza del Consiglio è Roberto Garofoli.

Mario Draghi e Sergio Mattarella durante il giuramento, Quirinale, Roma.

Lista dei ministri del governo Draghi: 

MINISTRI SENZA PORTAFOGLIO 

Sottosegretario alla Presidenza del consiglio: Roberto Garofoli 

Ministro per i Rapporti con il Parlamento: Federico D’Incà (M5s) 

Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Transizione digitale: Vittorio Colao (Tecnico)

Ministro per la Pubblica Amministrazione: Renato Brunetta (Forza Italia) 

Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie: Mariastella Gelmini (Forza Italia) 

Ministro per il Sud e la Coesione territoriale: Mara Carfagna (Forza Italia) 

Ministro per le Politiche giovanili: Fabiana Dadone (M5s) 

Ministro per le Pari opportunità e Famiglia: Elena Bonetti (Italia viva) 

Ministero per le Disabilità: Erika Stefani (Lega) 

MINISTERI COL PORTAFOGLIO 

Ministero del Turismo: Massimo Garavaglia (Lega) 

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale: Luigi Di Maio (M5s)

Ministero dell’Interno: Luciana Lamorgese (Tecnica) 

Ministero della Giustizia: Marta Cartabia (Tecnica)

Ministero della Difesa: Lorenzo Guerini (Pd) 

Ministero dell’Economia e delle Finanze: Daniele Franco (Tecnico) 

Ministero dello Sviluppo Economico: Giancarlo Giorgetti (Lega) 

Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali: Stefano Patuanelli (M5s) 

Ministero per la Transizione Ecologica: Roberto Cingolani (Tecnico) 

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: Enrico Giovannini (Tecnico) 

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali: Andrea Orlando (Pd) 

Ministero dell’Istruzione: Patrizio Bianchi (Tecnico) 

Ministero dell’Università e della Ricerca: Cristina Messa (Tecnica) 

Ministero della Cultura: Dario Franceschini (Pd)

Ministero della Salute: Roberto Speranza (Leu)

Sonia Maura Garcia

Sonia M. Garcia, peruviana nata in Italia e stabile a Milano, è dj, giornalista, contributor per diverse riviste, tra cui VICE, Noisey, i-D, Flash Art, Zero, Norient, e founder della piattaforma SAYRI. Le sue ricerche indagano le nozioni di appartenenza, identità, colonialità e memoria, con un approccio anti-egemonico. SAYRI è una piattaforma e format di eventi incentrata su arti ed esperienze di donne e dissidenze affettive o di genere, provenienti dall’America Latina e dalla sua diaspora.

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