Google, rilasciate tre applicazioni per usare meno lo smartphone

Non è una novità che passare troppo tempo davanti allo smartphone faccia male, crei una forma di dipendenza e stanchi la vista. Ciò che è nuovo, invece, sono le tre applicazioni che Google ha lanciato per aiutare le persone a utilizzare meno il cellulare e avere un rapporto più equilibrato con la tecnologia. Le prime due mirano a rendere gli utenti più consapevoli del tempo che trascorrono a digitare sul telefonino.  La terza, invece, propone una soluzione, offrendo un aiuto pratico per disintossicarsi.

L’ultima applicazione si chiama Envelope e consiste in alcuni file Pdf che contengono delle cover di carta. In pratica l’utente può stampare degli involucri per avvolgere lo smartphone, così da limitarne le funzionalità: una cover permette soltanto di fare le telefonate, l’altra invece consente di abilitare solo la fotocamera.

Envelope, l’App che limita l’uso del telefono

 

Screen Stopwatch e Activity Bubbles sono le altre due Apps e hanno un approccio meno vincolante di Envelope. La prima consiste in una schermata che, a caratteri cubitali, tiene il conto delle ore, dei minuti e dei secondi che le persone trascorrono usando il proprio cellulare. Activity Bubbles funziona in un modo simile: ogni volta che lo schermo viene sbloccato, la schermata mostra una bolla in più. La bolla può essere di dimensioni diverse, a seconda del tempo di utilizzo dello smartphone. Più la sessione è lunga, più la bolla sarà grande. Envelope, Screen Stopwatch e Activity Bubbles fanno tutte parte della Digital Wellbeing Initiative. Si tratta di un’iniziativa avviata per promuovere il benessere digitale, che la stessa Google ha definito come «una raccolta di idee e strumenti per aiutare le persone a trovare un equilibrio migliore con la tecnologia».

Leonardo Degli Antoni

Giornalista praticante di 24 anni. Per ora scrivo su Masterx e ho un contratto di collaborazione con Il Giorno. Mi piace la cultura e lo spettacolo... ma mi intriga molto anche la cronaca nera. Ho vissuto per un anno in Texas durante le superiori e ho un buon livello di inglese.

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