Giornalisti, venerdì 28 novembre sciopero generale: contratto scaduto da nove anni

Per un giorno si ferma tutta la macchina del giornalismo italiano. Lo sciopero è stato lanciato dalla Federazione Nazionale della Stampa (Fnsi) per protestare contro il contratto nazionale della categoria, scaduto nel 2016. Sotto attacco la Federazione Italiana Editori Giornale (Fieg) che ha risposto tramite un comunicato.

Galeotta fu la scadenza

Questo contratto si applica a quotidiani, periodici, agenzie, televisioni, radio e giornali online. A tutte le testate. Nove anni fa, però, è scaduto e non è più stato rinnovato. I problemi principali sono le redazioni scarne, gli stipendi bassi causa inflazione e una perdita di potere d’acquisto del 20%.

Dignità” è la parola chiesta a gran voce dal sindacato oltre, naturalmente, alla stipulazione di un nuovo contratto. Più considerazione per una categoria che con il proprio lavoro mira a garantite un corretto ordinamento democratico del Paese. E che meriterebbe dunque salari e riconoscimenti maggiori di quelli odierni.

Cosa succede all’informazione?

Venerdì 28 novembre è scattato lo sciopero generale di tutti i media giornalistici. Niente informazioni per una giornata. I siti delle testate non saranno aggiornati e la maggior parte dei cartacei non usciranno sabato 29 novembre.

Telegiornali e giornali radio non svolgeranno il solito servizio, riducendo al minimo la loro durata. Alcuni programmi televisivi non saranno mandati in onda. I cittadini faticheranno a rimanere informati per le prossime ventiquattro ore.

Uno degli slogan per questa giornata di sciopero
La risposta della Fieg

Diversamente da quanto afferma il sindacato, gli Editori nell’ultimo decennio hanno realizzato ingenti investimenti a tutela sia della qualità e della libertà dell’informazione che dell’occupazione giornalistica.

In un contesto drammatico nel quale le aziende hanno registrato un dimezzamento dei ricavi si è riusciti a scongiurare i licenziamenti attraverso il ricorso alle norme di settore e ciò è sempre avvenuto con il consenso del sindacato”, si legge nel comunicato della Fieg in risposta all’attacco della Fnsi.

Sciopero…Non totale

“L’adesione allo sciopero è stata alta – ha fatto sapere Alessandra Costante, segretaria generale della Fnsi, ma sappiamo bene che alcuni giornali tenteranno di uscire. Saremo accanto ai colleghi per sostenere il loro diritto allo sciopero”.

Il 29 novembre sarà chiaro a tutti quali giornali non avranno scioperato nel tentativo di vendere un numero maggiore di copie, sfruttando il buco lasciato dai quotidiani rivali. Abbandonando l’unione della categoria e perseguendo, invece, gli interessi personali.

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