
Nel cuore del Kent, a Tunbridge Wells, è nato qualcosa di inedito: Garfield.Law, il primo studio legale interamente basato su intelligenza artificiale, ha ottenuto l’autorizzazione ufficiale della Solicitors Regulation Authority (SRA) per operare. Una decisione storica, annunciata il 6 maggio 2025, che segna un momento cruciale per il mondo dei servizi legali: «A landmark moment for legal services», lo ha definito la SRA stessa.
Garfield.Law Ltd è il frutto della collaborazione tra Philip Young, solicitor con oltre vent’anni di esperienza nel contenzioso commerciale, e Daniel Long, fisico quantistico e mente tecnica del progetto. L’obiettivo? Automatizzare in modo regolamentato il recupero di crediti sotto le 10.000 sterline, nell’ambito degli small claims in Inghilterra e Galles.
Il via libera della SRA, tuttavia, non è un lasciapassare illimitato: Garfield è tenuta a rispettare tutti gli obblighi legali, etici e assicurativi degli studi tradizionali. Deve garantire tracciabilità delle decisioni, supervisione umana, gestione degli errori, protezione dei dati e assenza di conflitti di interesse. L’intelligenza artificiale non può accedere direttamente alla giurisprudenza, per evitare il rischio di hallucinations – risposte apparentemente credibili ma errate.
«L’approvazione di uno studio legale basato sull’intelligenza artificiale rappresenta un momento storico. In un’epoca in cui molte persone e piccole imprese non possono permettersi assistenza legale, non possiamo ignorare soluzioni innovative che potrebbero offrire benefici pubblici tangibili», ha dichiarato Paul Philip, CEO della SRA.
Come funziona Garfield.Law
Il funzionamento della piattaforma è disarmante nella sua semplicità: il creditore – spesso una piccola impresa – carica una fattura o altra documentazione. Garfield verifica la solvibilità del debitore tramite i registri pubblici della Company House, invia un sollecito (a partire da 2 sterline), prepara una letter before action (7,50 sterline), compila i moduli processuali e accompagna l’utente fino all’udienza. Ogni azione è reversibile, tracciabile e sottoposta a controllo umano.

Un’innovazione chiave è il modello pay as you go: niente abbonamenti o costi fissi. Si paga solo per ciò che serve, e in molti casi le spese possono essere recuperate dal debitore. È un approccio pensato per utenti come Andy, l’idraulico – e cognato di Young – che rappresenta il target ideale del servizio.
«Andy è il tipico piccolo imprenditore inglese. Quando un cliente non paga, non ha il tempo né le competenze per scrivere solleciti o affrontare un giudizio. Per lui, 2.000 sterline sono le vacanze estive. Garfield nasce per risolvere proprio questo tipo di problemi», racconta Young.
Il nome Garfield non è un omaggio al celebre gatto, ma a Garfield Smith, un collega che nel 1999 consigliava a Young di esplorare il diritto tecnologico. Dopo una carriera di successo tra Londra e Hong Kong con lo studio boutique Cooke, Young & Keidan LLP, Philip Young ha lasciato la professione per un viaggio negli Stati Uniti. È lì, testando ChatGPT, che ha avuto l’intuizione.
«Quando ho provato GPT-3.5 e poi GPT-4, ho capito che eravamo davanti a un salto generazionale. I piccoli crediti sono perfetti per l’AI: seguono regole chiare, hanno basso valore e pesano moltissimo su chi li subisce. Era l’ambito ideale per una soluzione giuridico-algoritmica», continua Young.
Oggi Garfield.Law è composta da un team di 15 persone, tra cui tre solicitor e un barrister, che assicurano qualità giuridica e conformità normativa. L’architettura tecnica è ibrida: modelli linguistici generativi lavorano insieme a un sistema esperto che filtra e supervisiona ogni risposta.
Chi sbaglia paga, anche se è AI
Una delle domande più frequenti è: se Garfield sbaglia, chi paga? La risposta è chiara: Garfield.Law è uno studio regolamentato con un Compliance Officer for Legal Practice registrato presso la SRA. In caso di errore, la responsabilità è dello studio, come avviene per qualsiasi altra realtà forense.
AI and Law
The UK has just approved Garfield AI, an AI-driven law service offering basic legal services for as little as £2.
Garfield AI, which was founded by a former London litigator and a quantum physicist, is an online tool that allows businesses and individuals such as… pic.twitter.com/wXdGjDnJas
— Lawpoint Uganda (@Lawpointuganda) May 15, 2025
Sul piano tecnico, le hallucinations sono contrastate in tre modi: supervisione del sistema esperto, controllo dell’utente in ogni fase, aggiornamenti continui dei modelli. Inoltre, l’AI non può fornire giurisprudenza, proprio per evitare derive arbitrarie.
Garfield non è un prototipo, ma un prodotto commerciale già utilizzato da imprese e persino da studi legali tradizionali, che possono adottarlo come soluzione white label per ottimizzare il contenzioso minore. L’espansione internazionale resta una possibilità, ma vincolata a tre condizioni: accettazione giuridica dell’AI, digitalizzazione del sistema legale e standard di compliance adeguati. Per ora, l’attenzione resta su Inghilterra e Galles.
«L’AI non sostituirà i legali. Ma chi saprà usarla sostituirà chi non lo farà. Garfield può essere uno strumento potente anche per gli studi legali tradizionali, migliorandone l’efficienza e l’accessibilità», conclude il co-founder.