Non verrà fatta nessuna richiesta di risarcimento a Roberto Formigoni. Il Consiglio regionale della Lombardia ha bocciato la mozione proposta dal Movimento 5 Stelle, che mirava ad impegnare la giunta di Attilio Fontana a chiedere un rimborso danni in sede civile all’ex governatore, in seguito alla sua condanna per corruzione.
Solo 10 i voti a favore, a fronte di 46 voti contrari e 16 astensioni: una bocciatura netta, con la maggioranza che si è espressa in modo compatto a sfavore della mozione e con il PD che si è astenuto in segno di disappunto, definendo la proposta «non degna dell’Aula» e caratterizzata da «elementi vendicativi che non rispettano le persone e le leggi». Gli unici voti a favore, dunque, quelli dei consiglieri pentastellati.
L’assessore al bilancio Davide Caparini ha dichiarato che «la Regione ha già fatto quello che doveva. Il problema sono le premesse di questa mozione» che è «diventata un processo a un’epoca di questa Regione». Critiche anche da parte del gruppo misto, con Viviana Beccalossi che si è espressa duramente a riguardo: secondo la ex vicepresidente della regione Lombardia, la richiesta non sarebbe stata altro che «una provocazione e caccia alle streghe, utile solo per andare sui giornali e dire che non abbiamo voluto prendere le distanze da Formigoni».
Delusione sul fronte opposto per il consigliere dei 5 Stelle Luigi Piccirillo, il primo firmatario della petizione, che si aspettava un appoggio unanime da parte dell’Aula. «Questo voto è uno schiaffo agli italiani e ai lombardi onesti, in Consiglio regionale la casta ha mostrato il suo vero volto». «I partiti hanno espresso nostalgia per Formigoni piagnucolando sui bei tempi andati dell’eccellenza lombarda. Non esiste eccellenza dove c’è corruzione», ha poi aggiunto, rincarando la dose. «Non c’è politica dove si intascano i soldi pubblici. Non c’è onestà nell’incapacità di prendere le distanze dall’amministrazione Formigoni che ha trascinato nel fango la nostra Regione», ha concluso.