La tragedia della piccola di 14 mesi morta alla Cecchignola, a sud di Roma, perché lasciata in auto per 7 ore a causa di una dimenticanza del papà, ha diviso l’opinione pubblica. Molti si sono chiesti come sia possibile una simile svista per un genitore, ma il caso non è il primo in Italia. Dal luglio 1998, anno in cui a Catania Andrea, 2 anni, fu dimenticato in auto, in Italia sono morti 11 bambini per la forgotten baby syndrome.
Il fenomeno non ha latitudine. A partire da 24 anni fa episodi si sono registrati a Merate (Lecco), Teramo, Passignano sul Trasimeno (Perugia), Piacenza, Vicenza, Firenze, Arezzo, Pisa, San Piero a Grado (Pisa) e ancora Catania. Il totale ammonta a 11 casi. Come in passato, anche nell’episodio di pochi giorni fa il papà della piccola, un carabiniere di 45 anni, avrebbe dovuto accompagnarla all’asilo. L’uomo, adesso, è accusato di abbandono di minori.
Una legge a tutela dei minori “dimenticati”
Nel novembre 2019 il governo ha pensato a un provvedimento per tentare di arginare il fenomeno. La legge 157, ribattezzata la legge “salvabebè”, la cui proposta originaria portava la firma di Giorgia Meloni. La norma, dal 6 marzo 2020, aveva fissato l’obbligo per i conducenti dei veicoli con bordo bambini di età inferiore a 4 anni di dotarsi di appositi seggiolini anti-abbandono. Sono previste anche sanzioni pecuniarie e un taglio di 5 punti per la patente per chi utilizzi dispositivi non conformi o non funzionanti.
Per promuovere l’uso di questi dispositivi era spesa una campagna promozionale chiamata “Bimbi in auto mai più da soli”, sponsorizzata dall’Asaps, l’Associazione sostenitori e amici polizia stradale. Ma il problema è internazionale: a livello mondiale dal 2008 hanno perso la vita in auto più di 1.000 bambini.