Una bomba carta è stata fatta esplodere all’alba del 16 gennaio davanti al centro per anziani «Il Sorriso di Stefano» di Foggia. Al momento dell’attacco nella struttura si trovava solo la donna delle pulizie che fortunamente è rimasta illesa. La bomba, innescata con una miccia a lenta combustione, ha colpito quattro vetture parcheggiate lungo la via, tra cui quella del fratello di Cristian Vigilante, direttore del personale del centro.
Da una prima visione delle telecamere di sicurezza l’attentato sembrerebbe frutto di una sola persona che, probabilmente, aveva l’obiettivo di colpire Vigilante, già vittima di una bomba lo scorso 3 gennaio. Al tempo, ignoti avevano fatto saltare in aria la sua auto in via D’Aragone, sempre a Foggia. Si ritiene dunque che i fatti possano essere collegati, in quanto il manager è anche testimone di un’inchiesta della Dda (Diredizione distrettuale antimafia). Il processo, chiamato «Decima Azione», è a carico di 29 presunti esponenti della mafia foggiana. Tra questi, due imputati, Francesco Tizzano ed Ernesto Gatta, sono accusati di tentata estorsione proprio ai danni del centro “Il Sorriso”.
«La mafia ha compreso di essere minoranza nella nostra città e prova ad alzare il rito e la portata delle sue minacce infami», ha commentato il sindaco di Foggia Franco Landella. «Oggi più che mai occorre essere accanto alla famiglia Vigilante e a tutti gli imprenditori onesti di Foggia, a cominciare da coloro i quali hanno il coraggio di denunciare, che hanno bisogno di sentire la vicinanza della nostra comunità. – E continua. – Lo Stato è più forte del terrore che questi mafiosi sono convinti di poter spargere per le nostre strade. Chi pensa che Foggia sia destinata a piegarsi si sbaglia».
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«foggia libera foggia» la marcia del 10 gennaio
Lo scorso 10 gennaio la popolazione di Foggia è scesa in piazza contro la mafia al grido di «Foggia Libera Foggia». Il corteo, organizzato da don Luigi Ciotti, si è unito in un chiaro segno di lotta contro gli attentati, arrivato ormai a quota cinque dall’inizio del 2020, compreso un omicidio.
Solo tra la notte di Capodanno, caduta di martedì, e il venerdì successivo, sono stati tre gli attentati che hanno portato la firma della Società Foggiana, l’organizzazione mafiosa della città pugliese. Giovedì 2 gennaio, è stato freddato in strada Roberto D’Angelo, commerciante di auto con precedenti che risalirebbero a più di vent’anni fa. D’Angelo era stato testimone quattro mesi prima del pestaggio del nipote da parte di quattro persone che richiedevano il saldo di 80mila euro sottoforma di pizzo. Eppure, secondo quanto riferito da FoggiaToday non ci sarebbe alcun tipo di collegamento tra i due fatti.
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L’11 gennaio si è poi verificato un altro attentato davanti ad un negozio di intimo a Orta Nova, anche in questo caso dovuto da una bomba carta. La titolare del negozio è sorella del presidente del consiglio comunale a cui solo un mese fa è stata incendiata l’auto. Eppure, entrambi negano di aver ricevuto richieste estorsive o minacce.
NUOVE MISURE antimafia
Dopo l’ennesimo attacco di carattere mafioso, la Direzione investigativa antimafia ha comunicato che sarà attiva dal prossimo 15 febbraio la nuova sezione operativa Dia (Direzione investigativa antimafia) a Foggia. Come sede per le venti nuove unità verrà utilizzata la caserma Miale, dove prima si trovava la Scuola di Polizia.
Fino ad ora infatti, a Foggia non esisteva una Direzione distrettuale antimafia e quindi la Procura doveva rifarsi agli uffici di Bari, già impegnati con le organizzazioni del capoluogo.
la quarta mafia FOGGIANA
Consociuta anche con il nome di Quarta Mafia, la Società Foggiana, è un mix di circa 28 organizzazioni criminali tra cui Camorra, Cosa Nostra e ‘Ndrangheta. Tra modernità e tradizione, la mafia di Foggia rappresenta una sorta di sottogruppo della Sacra Corona Unita, l’organizzazione mafiosa che si è radicata nella regione pugliese.
La Quarta Mafia si dedica principalmente alla gestione del traffico della droga ed estorsioni, e a chi prova a ribellarsi, piovono bombe e attentati. Eppure, la percentuale di denunce a Foggia è quella più bassa d’Italia. Secondo un’inchiesta di Panorama del 2018, la Società Foggiana avrebbe anche «servizi segreti» all’interno di ospedali e cliniche per restare aggiornati sul numero di decessi in modo tale da poter chiedere più soldi alle agenzie funebri.