Dal Festival dell’Economia di Trento emergono buone speranze in un imminente taglio dei tassi d’interesse da parte della Bce. Tra le voci di cinque premi Nobel, 20 ministri e oltre 700 relatori, ha preso parte alla kermesse anche Piero Cipollone, membro dell’executive board della Banca Centrale Europea. «Considerati gli attuali dati sull’inflazione, nella prossima riunione mi aspetto una prima mossa per ridurre i tassi», ha detto Cipollone. Quello del 6 giugno, quindi, si prospetta un meeting che potrebbe rappresentare un punto di svolta nella politica monetaria europea. Una prospettiva basata sulle recenti dinamiche inflazionistiche dell’Eurozona. Dopo aver raggiunto un picco del 10,6% nell’ottobre del 2022, infatti, l’inflazione è scesa significativamente, attestandosi al 2,4% il mese scorso.
Il calo dell’inflazione nell’Eurozona
Questa discesa costante suggerisce che le misure restrittive adottate finora dalla Bce hanno avuto l’effetto desiderato, portando l’inflazione molto vicina all’obiettivo del 2% prefissato dalla Banca Centrale. «Salvo ulteriori shock – ha proseguito Cipollone – ci aspettiamo che nei prossimi mesi l’inflazione oscilli intorno ai livelli attuali, per poi diminuire fino a raggiungere il nostro obiettivo il prossimo anno. Con il venir meno degli shock dell’offerta si può finalmente tornare a perseguire contemporaneamente il calo dell’inflazione e l’aumento del tasso di crescita».
Patuelli: «i tassi sui mutui sono già scesi»
Si prospetta quindi una situazione incoraggiante, a seguito dell’ultima riunione Bce dell’11 aprile che aveva lasciato i tassi invariati per la quarta volta consecutiva dopo un ciclo di dieci rialzi, cominciato a luglio 2022. Un’ulteriore conferma arriva da Antonio Patuelli, presidente dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana), che nel corso del suo intervento al Festival dell’Economia ha ribadito le attese sul taglio dei tassi a giugno. «In Europa il dato dell’inflazione al 2% è arrivato, il tempo è assolutamente maturo per la riduzione del tassi, di quanto lo decideranno alla Bce il giorno della riunione», ha dichiarato.
Un’aspettativa che si collega direttamente alla scelta delle banche, che hanno già dato il via alla progressiva riduzione dei tassi sui mutui: «Da metà novembre scorso, in Italia in particolare, mentre i tassi Bce rimanevano inalterati, i tassi di mercato – quelli su cui si fanno i mutui – sono già calati fortemente. Abbiamo vissuto la prima parte del nuovo anno con tassi molto più bassi rispetto a quelli di un anno fa», ha proseguito Patuelli, aggiungendo che le banche stanno lavorando come se la decisione della Bce fosse stata già presa.
Mutui: il settore che beneficerebbe di più della riduzione
Negli ultimi mesi, infatti, i tassi praticati alle famiglie si sono abbassati, con il tasso medio fisso sceso al 3,69% a marzo scorso. Una riduzione che però è stata meno accentuata sui mutui a tasso variabile – per la quale si attende la decisione definitiva della Bce – con una media stabile sopra il 4%.
Uno dei settori che beneficerebbero di più della riduzione è infatti proprio quello dei mutui. Con tassi di interesse più bassi, i mutui diventeranno più convenienti, riducendo le rate mensili per chi ha già un finanziamento a tasso variabile e rendendo più accessibile l’acquisto di una casa per i nuovi mutuatari. Questo potrebbe stimolare il mercato immobiliare, incentivando sia l’acquisto di nuove abitazioni che le ristrutturazioni.