Femminicidio, continua il trend: uccisa una donna ogni 72 ore

Scarpe rosse contro la violenza.

Sono 119 le donne uccise in Italia nell’arco del 2023. Un femminicidio ogni 72 ore, 96 in ambito familiare o affettivo. Questi i dati del ministero dell’Interno che dipingono un quadro allarmante che purtroppo invade i fatti di cronaca anche nel 2024.

2 GENNAIO, SANT’ORESTE (ROMA)

Il primo caso di femminicidio del 2024 è quello della 71enne Rosa D’Ascenzo. Secondo la ricostruzione dei fatti, il marito l’avrebbe colpita alla testa con un oggetto contundente durante un litigio. Intorno alle 21.45 di Capodanno, nell’estremo tentativo di salvarla, l’uomo l’avrebbe portata in ospedale a Civita Castellana in auto. Nulla da fare per la donna, che arrivata in pronto soccorso era già morta. Il marito ha raccontato ai medici di una tragica caduta per le scale in cui la donna aveva sbattuto la testa. Una versione che però non ha convinto i sanitari, considerate le ferite incompatibili con una caduta. Iniziate le indagini della procura, i carabinieri hanno effettuato i rilievi nell’abitazione della coppia. Hanno emesso inoltre un decreto di fermo per l’uomo, “sussistendo un pericolo concreto di fuga”. Gli inquirenti sono al lavoro per accertare che non vi fossero già segnali che avrebbero potuto prevenire il femminicidio.

5 GENNAIO, NARO (AGRIGENTO)

Il 5 gennaio due donne romene sono state ritrovate morte a Naro, in  provincia di Agrigento, in due case poco distanti tra loro. Il corpo della 54enne Maria Russ è stato rinvenuto carbonizzato a seguito di un incendio appiccato nel suo appartamento. La 58enne Delia Zarniscu invece è stata ritrovata in una pozza di sangue. Per il duplice omicidio è stato arrestato il 24enne, Omar Edgar Nedelcov, loro connazionale. Il giovane avrebbe tentato un approccio sessuale con Delia Zarniscu, al termine di una cena tenutasi a casa della donna. Dopo il rifiuto, avrebbe raggiunto la casa poco distante di Maria Russ. Stando alle ricostruzione della procura, la donna è stata massacrata, uccisa a botte e poi bruciata. In seguito, l’assassino sarebbe tornato nella casa di Delia Zarniscu, sfondando la porta con “una ferocia inaudita”. Prima di ucciderla, l’avrebbe anche seviziata “al solo scopo di provocarne sofferenza”.

Un'infografica di Sky Tg24 che mostra la diffusione geografica dei femminicidi nel 2023.
Un’infografica di Sky Tg24 che mostra la diffusione geografica dei femminicidi nel 2023.
11 GENNAIO, VALFLORIANA (TRENTO)

Ester Palmieri aveva 38 anni ed era madre di tre bambini. È stata uccisa dall’ex marito 46enne, Igor Moser, che poi si è tolto la vita, impiccandosi in un casolare poco distante. Alla base della tragedia, i problemi coniugali. L’uomo, che non accettava la separazione, e al culmine dell’ennesimo litigio, avrebbe deciso di mettere fine alla sua famiglia. Secondo alcune testimonianze, il femminicidio è avvenuto attorno alle 9 di mattina. Moser avrebbe quindi aspettato che i tre figli uscissero per andare a scuola. Avrebbe poi ucciso la ex moglie con un coltello da caccia, ferendola a morte con un unico colpo al collo. Un giovane ammette che la crisi dei due era cosa nota tra le case: «Questo è un posto piccolo, si finisce per sapere tutto. Ma non pareva che la separazione fosse particolarmente aspra».

12 GENNAIO, TORINO

E’ morta dopo due giorni di agonia la 65enne Elisa Scavone, accoltellata dal marito, Lorenzo Sofia, 70 anni, a Torino nel quartiere Borgo Filadelfia. La donna è deceduta all’ospedale Molinette, dove era stata operata d’urgenza e le era stata asportata la milza. All’apice di una lite, il marito l’aveva colpita con una ventina di fendenti all’addome e alla schiena. Una profonda ferita aveva raggiunto il diaframma e lo stomaco. La coppia era sposata da oltre 40 anni. Secondo i vicini di casa, che hanno dato l’allarme a causa delle urla, la coppia appariva felice. Non ci sarebbero altre spiegazioni per questo femminicidio, se non le precarie condizioni psichiatriche dell’uomo, che stava male da tempo. Sofia è stato infatti trasferito nel reparto detenuti del presidio sanitario, in quanto il quadro psichiatrico non appare compatibile con la sua detenzione in carcere.

Troppi slogan, pochi fatti

I nuovi femminicidi hanno confermato il trend. Almeno una donna viene uccisa in Italia ogni tre giorni. Una frequenza da brividi che non sembra però portare a provvedimenti concreti. Appare già lontano l’allarme annunciato dopo l’uccisione di Giulia Cecchettin. Così, ora che l’attenzione sul caso sta calando, si riconferma ancora una volta la fumosità di tante dichiarazioni, confezionate solo per assecondare l’indignazione dell’opinione pubblica. Abbiamo visto slogan televisivi, discorsi istituzionali, scritte proiettate sulle facciate degli edifici governativi. L’emergenza però non sembra rientrare. Ed il problema forse è dettato proprio da un’assuefazione al concetto di emergenza, a cui si fa riferimento per ogni questione che appare ormai fuori controllo.

Una delle tante proiezioni di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.
Redai Una delle tante proiezioni di sensibilizzazione contro la violenza sulle donne.

Questo modus operandi, così contrario al lavoro di regia e alla prevenzione, conduce quindi a cavarsela con gli slogan. «Siamo libere e nessuno può toglierci libertà – aveva dichiarato la premier Giorgia Meloni dopo l’approvazione del DDL femminicidi – Stasera siamo qui per dire alle donne italiane che non sono sole. Le norme ci sono. Le istituzioni ci sono e le donne italiane devono saperlo. Quando si pensa che avere paura sia normale, non lo è». Ma da quelle parole, pronunciate il 25 novembre, più di 15 donne hanno perso la vita.

 

A cura di Cosimo Mazzotta

Cosimo Mazzotta

LAUREATO IN GIURISPRUDENZA ALL'UNIVERSITA' DEL SALENTO CON UN ANNO DI STUDI IN SPAGNA PER APPROFONDIRE LE TEMATICHE DI DIRITTO INTERNAZIONALE. MI INTERESSO DI CRONACA, POLITICA INTERNA E SPETTACOLO. MI PIACE IL DIALOGO IN OGNI SUA FORMA. SFOGO IL MIO SPIRITO CRITICO ATTRAVERSO LA PAROLA E IL DISEGNO.

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