52 milioni di dollari è la cifra che Facebook ha accettato di pagare ai moderatori che hanno sviluppato un disturbo post traumatico (PTSD) da stress o depressione mentre aiutavano la compagnia a controllare post contenenti immagini violente sulla sua piattaforma. Il social network ha anche acconsentito ad adottare misure per offrire supporto e consulenza ai moderatori sulla salute mentale, tra cui la possibilità di partecipare a sedute di psicoterapia individuali o di gruppo.
In un accordo preliminare il colosso di Zuckenberg compenserà con 1.000 dollari ciascuno 11.250 attuali ed ex moderatori con sede negli USA, secondo quanto riferisce The Verge. Ai dipendenti a cui è stato diagnosticato un disturbo post traumatico da stress avranno diritto a un risarcimento fino a 50 mila dollari.
L’accusa di una ex moderatrice: immagini disturbanti, orari pesanti e paghe basse
L’accordo arriva dopo una class action intentata contro il colosso di Zuckenberg nel 2018 da un’ex moderatrice, Selena Scola, che ha dichiarato di aver sviluppato PTSD dopo aver ricoperto il ruolo di moderatrice per 9 mesi, a causa della necessità di visualizzare per diverso tempo immagini disturbanti, post e video che violavano le regole del social network. L’accusa, seguita da quelle di altri moderatori, era rivolta anche all’ambiente di lavoro non sicuro per i propri dipendenti: orari pesanti e paga bassa.
In particolare, secondo quanto riferisce The Verge all’inizio del 2019, i moderatori avrebbero dovuto vagliare post contenenti discorsi di odio e immagini di violenza fisica, inclusi omicidio e suicidio, per $ 15 l’ora. Molti di loro hanno affermato di aver sofferto psicologicamente, mentre il CEO Mark Zuckerberg ha inizialmente respinto, durante una sessione di domande e risposte con i dipendenti di Facebook lo scorso luglio, le molteplici storie di moderatori, definendole «un po’ troppo drammatiche».
«Il danno che può essere subito da questo lavoro è reale e grave. Questo accordo fornirà un sollievo significativo e sono così orgoglioso di averne fatto parte» ha dichiarato l’avvocato Steve Williams dello studio legale Joseph Saveri in una nota. «Siamo così contenti che Facebook abbia lavorato con noi per creare un programma senza precedenti per aiutare le persone a svolgere un lavoro inimmaginabile anche pochi anni fa».