Euroqualifiers, la Norvegia di Haaland batte l’Italia 4-1

Italia uno, Norvegia quattro. Haaland e compagni passeggiano sull’Italia di Rino Gattuso a San Siro. 1-7 il bilancio complessivo nelle due partite contro i norvegesi. Un risultato inaspettato? Una partita storta? Assolutamente no. La partita degli azzurri ha messo a nudo tutti i problemi di una nazionale nettamente inferiore dell’avversario non solo dal punto di vista del livello tecnico dei singoli, ma anche nella capacità di essere squadra e reagire ai momenti difficili della partita.

Giovedì 20 novembre conosceremo l’avversario dell’Italia in vista dei playoff di marzo, con l’auspicio di evitare la Svezia. Sì, perché la realtà dei fatti è questa. L’accesso ai Mondiali non ti viene regalato “perché l’Italia ha vinto quattro Mondiali”, bisogna sudarselo sul campo, e per il livello espresso fin ora è meglio stare alla larga da Isak e Gyökeres.

Fantasmi e ombre

Alla vigilia della sfida di ritorno i giochi erano già fatti: la Norvegia, in virtù di una differenza reti da capogiro (più lo scontro diretto a favore), aveva già staccato il biglietto per l’accesso diretto ai Mondiali “Americani” del 2026. La partita doveva essere invece un test dell’Italia per capire quale fosse il vero valore di una Nazionale che per i più è irriconoscibile alle precedenti, altri ci si sono semplicemente abituati. La rete di Pio Esposito all’undicesimo minuto è stata solo un’illusione.

 

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Nel secondo tempo l’urgano Haaland e compagni si sono abbattuti su una nazionale inerme, incapace di tamponare le sortite di Nusa e Sørloth. I due esterni di Lipsia e Atletico Madrid hanno fatto il bello e il cattivo tempo facendo proprio quello che l’Italia non è in grado di fare: puntare e aggredire l’uomo nell’uno contro uno. La rete del pareggio la firma Nusa, che con un doppio passo lascia sul posto sia Frattesi che Di Lorenzo e fulmina Donnarumma sul primo palo. Il gol del sorpasso nasce sempre dai piedi del n° 20 della Norvegia: servito in area, punta di nuovo il terzino del Napoli, lo salta come un birillo e crossa al centro dell’area per Erling Haaland, completamente dimenticato da Dimarco e Bastoni.

Alla prima occasione utile Haaland timbra il cartellino. Gli bastano due minuti e due tiri per siglare una doppietta che pone subito fine a qualsiasi ipotesi di rimonta azzurra. In 8 partite disputate nel girone di qualificazione la punta del Manchester City ha messo la propria firma 16 volte, segnando almeno una rete a incontro. Due gol di media partita. Semplicemente devastante. Il 4-1 di Strand Larsen (subentrato all’89esimo minuto), è la pietra tombale sull’ennesima giornata nera della storia recente del calcio italiano.

Guardarsi allo specchio? Mai

Sembra essere già finito il tempo degli elogi per Gennaro Gattuso. Nemmeno tre partite e le stesse persone che lo avevano celebrato dopo l’esordio vincente per 5-0 contro l’Estonia, ora si scagliano contro il CT con la stessa forza. La verità però è un’altra: i giocatori non sono all’altezza. Troppo facile mettere sempre l’allenatore sul banco degli imputati. Perché non si vogliono vedere le responsabilità di un gruppo che oggi pare più disunito e demotivato che mai?

Gennaro Gattuso sulla panchina dell’Italia a San Siro contro la Norvegia. Per l’ex Milan è la prima sconfitta da quando ha assunto l’incarico di Commissario Tecnico

Al termine della partita Gattuso ci ha messo comunque la faccia e si è assunto la responsabilità della sconfitta: «Dobbiamo chiedere scusa ai nostri tifosi per il risultato pesante – le parole di Gattuso ai microfoni di RaiSport -. Peccato, avevamo fatto un bel primo tempo, da squadra vera. La delusione più grande è il secondo tempo. Chiedo ancora scusa, siamo mancati sulla distanza. La partita è cambiata dal loro tiro in porta nel secondo tempo, abbiamo iniziato a impaurirci». L’analisi dell’ex centrocampista del Milan è lucida e mette a nudo il principale problema dell’Italia: la costante paura e l’incapacità di reagire alle difficoltà.

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