Elisabetta Belloni conferma l’addio ai servizi segreti il 15 gennaio

«Lascio senza sbattere la porta», lo dice Elisabetta Belloni, prima donna italiana a capo del Dis, Dipartimento delle informazioni per la sicurezza, in un’intervista al Corriere della Sera. Dopo un’anticipazione del quotidiano Repubblica il 6 gennaio, Belloni ha dato la conferma nella serata del 7 gennaio. È quindi ufficiale, l’alta funzionaria Segretario Generale della Farnesina dal 2016 al 2021 e Direttore Generale del Dis dal 2021 a oggi ha dato le dimissioni e si ritirerà il 15 gennaio. Dopo un breve silenzio stampa Belloni ha voluto specificare che «gli ultimi mesi di mandato sarebbero stati uno stillicidio», visto che il suo ruolo sarebbe terminato a maggio del 2025.

Le motivazioni

In realtà era da inizio dicembre che si paventava l’idea di una sua discesa. Infatti, Belloni era stata nominata sherpa del G7 e del G20 a marzo 2024 ed è stata sostituita l’11 dicembre. Un primo segnale quindi, soprattutto a causa delle diatribe con il ministro degli Esteri Antonio Tajani e il sottosegretario Alfredo Mantovano, titolare della delega ai Servizi Segreti. Ma oltre ai malumori e ai cattivi rapporti a inficiare la posizione di Belloni è stato anche l’arresto della giornalista Cecilia Sala a Teheran.

Sala è stata rilasciata oggi, 8 gennaio, dalla prigione di Evin, dove è stata trattenuta dal 19 dicembre in una cella di isolamento. La possibilità che la reporter sia stata arrestata a seguito del fermo e conseguente arresto di Mohammad Abedini, l’ingegnere iraniano fermato il 12 dicembre a Milano, ha fatto scattare un caso internazionale che ha coinvolto anche Belloni. Infatti, dall’alto della sua carica di Direttore Generale del Dis Belloni sembra che non sia stata coinvolta nelle trattative per la liberazione della giornalista italiana.

A questo proposito la funzionaria italiana ha detto al Corriere che: «Io sono ancora in carica e non vengo certamente meno ai miei doveri. Per questo mi fa ancora più male essere dipinta come una che scappa o che va via lasciandosi macerie alle spalle. Non è così».

Il rapporto con Meloni

Belloni aveva informato la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, della sua volontà di presentare le dimissioni durante la settimana di Natale. Lettera che aveva incrinato un po’ i rapporti tra le due e a cui era seguita una telefonata da parte di Meloni. La premier avrebbe accusato Belloni di avere informato la stampa della sua decisione, senza aspettare.

Il 7 gennaio le due si sono incontrate e sembra che i toni si siano drasticamente quetati. Nonostante ciò, non si sa esattamente cosa si siano dette. Belloni ha evidenziato di «avere tracciato con Meloni e Mantovano una transizione pacifica e tranquilla, dagli inizi di dicembre».

Le ultime cariche

Elisabetta Belloni, 66 anni, è sempre stata indicata come una possibile candidata. Prima dell’elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica era il nome di Belloni che veniva proposto. Così come, con la caduta del governo di Mario Draghi molti l’avevano designata come possibile candidata. Poi a dicembre con l’elezione del ministro al Pnrr, Raffaele Fitto,  nominato vicepresidente della Commissione europea, doveva essere Belloni a prendere il suo posto.

La candidatura di Belloni a questa ultima posizione sembra sia stata bocciata proprio da Tajani e Mantovano, ed è per questo che Belloni propone le dimissioni. Ma Belloni ha una lunga storia all’interno della politica italiana. Ha collaborato con il sottosegretario agli Esteri Roberto Antinione nel governo Berlusconi II tra il 2001 e il 2006. Poi tra il 2014 e il 2016 è stata capo di Gabinetto di Paolo Gentiloni quando era ministro degli Esteri del governo Renzi.

Francesca Neri

Laurea triennale in Storia Contemporanea all'Università di Bologna. Laurea Magistrale in Scienze Storiche e Orientalistiche all'Università di Bologna, con Master di I Livello in African Studies all'Università Dalarna.

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