È terminato nella notte dell’11 febbraio lo spoglio delle elezioni che si sono tenute sabato in Irlanda per rinnovare il parlamento nazionale. Come era già previsto nessun partito ha ottenuto abbastanza seggi (80) per poter governare da solo. Sinn Féin, il partito della sinistra nazionalista di Mary Lou McDonald, ha conquistato il 24,5% delle preferenze ed è quello più votato. Sinn Féin era stato un forte sostenitore della riunificazione con l’Ulster in tempi di Brexit, nonché promotore di un programma economico e sociale radicale. Con queste elezioni è arrivato davanti ai due partiti conservatori che storicamente sono stati quelli dominanti: il liberale Fianna Fáil di Micheal Martin che ha ottenuto il 22,2% e il Fine Gael (Ppe) del primo ministro uscente filo-Ue Leo Varadkar, che si è aggiudicato il 20,9%.
Questo risultato non permette però al vincitore di governare da solo, e il partito di Mary Luo McDonald sarà solo il secondo per numero di deputati. Il Sinn Féin ha infatti ottenuto 37 seggi dei 160 a disposizione, mentre i liberal-conservatori del Fianna Fáil (che non sono più al governo da 12 anni) ne hanno portati a casa 38. Il Fine Gael si è fermato a 35 deputati.
La situazione lascia perciò in stallo la formazione del governo e la scelta del premier, carica che la McDonald rivendica per sé. Dunque potrebbero diventare determinanti sia i 21 seggi che andranno ai partiti indipendenti, sia i partiti minori di centro-sinistra e di sinistra: ai verdi andranno 12 seggi, 6 ai Laburisti e lo stesso numero ai Socialdemocratici. 5 seggi, infine, saranno assegnati all’alleanza tra i due partiti di sinistra l’Alleanza Anti-Austerità e l’Alleanza Popolo Prima del Profitto.