128 milioni di persone si sono presentate alle urne in Pakistan. I risultati sono usciti quasi 60 ore dopo l’inizio dei conteggi. Non c’è stata una maggioranza chiara, sia Nawaz Sharif, leader del Pakistan Muslim League (PMLN), sia Imran Khan del Tehreek-e-Insaaf (PTI), hanno dichiarato la vittoria. Il paese conta una popolazione di circa 245 milioni. Le elezioni di giovedì 8 febbraio prevedevano il voto sia per le presidenziali, sia per la legislazione delle quattro province in cui è diviso il paese. La sfida elettorale si è districata con le linee telefoniche soppresse, alla ricerca di una formula democratica che ormai manca da anni all’interno dello stato.
Come funzionava il voto
Ogni elettore aveva a disposizione due voti, uno per le presidenziali e un altro per le assemblee provinciali. Queste possedevano 336 seggi. Una coalizione e un partito aveva bisogno di almeno 134 seggi per formare il governo. Le manifestazioni in Pakistan sono esplose, violentissime, dall’inizio dei conteggi. Non sono state soppresse solo le linee telefoniche e le connessioni internet, ma si è invocato anche alla manipolazione dei conteggi. A giocarsi le presidenziali erano in tre: Nawaz Sharif del PMLN, che è stato tre volte consecutive primo ministro. Imran Khan del PTI, incarcerato ad agosto del 2023 a causa di una sospetta corruzione. Bilawal Bhutto Zardari del PPP.
Il paese è sull’orlo di una guerra civile ormai dal 2022, quando le forze militari si sono insediate al posto del governo eletto. Le dodicesime elezioni del paese erano importantissime per riportare uno spiraglio democratico in Pakistan. Ma i problemi erano iniziati i giorni prima delle elezioni, con l’esplosione di due bombe nella provincia del Balochistan, e la campagna elettorale dal carcere di Khan. Ciò che è emerso dalla elezioni è un grande assenteismo della popolazione. Al Jazeera ha registrato che gli elettori, dai 18 ai 30 anni di età, non arrivavano neanche al 40%. Allo stesso tempo, in molte regioni le urne si sono aperte in ritardo. Questo ha portato a un allungamento nei tempi dei conteggi.
Cosa sta accadendo dopo i risultati
Come anticipato le elezioni non hanno riportato delle maggioranze chiare. A Islamabad Sharif e Khan stanno cercando di negoziare per poter formare una coalizione di governo. In realtà, le problematiche riscontrate durante il conteggio, mettono in questione la stessa legittimità delle elezioni. Per questo motivo, è probabile che la Corte pakistana richieda nuovamente il conteggio. Ciò comporterebbe un’ulteriore manipolazione dei voti, la situazione è delicatissima in questo momento.
I partiti che correvano per le presidenziali si sono guadagnati una provincia a testa. Ma nel Balochistan i voti hanno riportato una spartizione tra PMLN e PTI. La situazione porta il Pakistan in una condizione di grande incertezza. Il paese è soggetto a una crisi economica tra le peggiori del mondo, l’instabilità politica degli ultimi anni ha messo lo stato sotto una lente d’ingrandimento a livello internazionale. Un’altra possibilità che la Corte sta prendendo in considerazione, è quella di una petizione nazionale per ripetere le votazioni. Intanto le proteste continuano nel paese, le elezioni di giovedì 8 febbraio sono ufficialmente le più controverse che il Pakistan abbia mai avuto.