Il rapporto stilato dallo Studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl, commissionato dall’arcidiocesi di Monaco e Frisinga e pubblicato il 20 gennaio 2022, riguarda i casi di abusi su minori commessi da chierici tedeschi tra il 1945 e il 2019. Il pontefice emerito Benedetto XVI, durante il periodo in cui era arcivescovo della diocesi tedesca, non avrebbe preso alcun provvedimento su quattro sacerdoti che avrebbero commesso violenze sessuali tra il 1977 e il 1982.
L’inchiesta
Gli esperti di WSW hanno individuato 235 responsabili di violenze, tra cui 173 sacerdoti, e 497 persone abusate. La maggior parte dei casi sarebbe avvenuta negli anni ’60 e ’70 e tra le vittime, di cui il 60% minori tra gli otto e i quattordici anni, 247 sono di sesso maschile, 182 sono femminile mentre in 70 casi l’identità non è stata accertata. Anche il cardinale Friedrich Wetter, arcivescovo della stessa diocesi tra il 1977 e 1982 sarebbe accusato di non aver preso provvedimenti su 21 casi. L’attuale titolare della diocesi di Monaco e Frisinga, Reinhard Marx, che aveva presentato le sue dimissioni poi respinte da papa Francesco, come segno di protesta contro la pedofilia nella Chiesa, avrebbe coperto due presunti casi di abusi sessuali.
La reazione degli indagati
Marx, assente alla conferenza stampa di presentazione del dossier, ha incontrato le vittime e ha chiesto scusa in nome dell’arcidiocesi per le sofferenze provocate dalla Chiesa, spiegando che gli abusi non sono stati presi sul serio in una circostanza conosciuta da anni. Il direttore della sala stampa della Santa sede, Matteo Bruni, ha dichiarato che la Chiesa «ritiene di dover dare la giusta attenzione al documento di cui attualmente non conosce il contenuto […] nel reiterare il senso di vergogna e il rimorso per gli abusi sui minori […] conferma la strada intrapresa per tutelare i più piccoli». Il papa emerito che ha negato il proprio coinvolgimento nella vicenda, ha espresso la propria vicinanza a tutte le vittime che ha spesso incontrato nei propri viaggi apostolici.
Articolo a cura di Gabriella Siciliano.