Donne e professionismo sportivo: la proposta arriva in Senato

Passi avanti per il professionismo nello sport femminile. All’interno della Legge di Stabilità è stato inserito un testo firmato dai senatori Susy Matrisciano (M5S) e Tommaso Nannicini (PD) utile a superare la discriminazione sportiva tra uomini e donne. L’emendamento altro non è che un’estensione della legge 91/1981, che regola i rapporti tra operatori dello sport, società e federazioni sulle prestazioni dell’attività sportiva come attività di lavoro.

La proposta prevede un robusto incentivo alle società sportive, con il quale potranno garantire il 100 percento dei contributi previdenziali e assistenziali alle loro atlete, fino a un massimo di 30 mila euro lordi di ingaggio annuo. Le cifre stanziate dal provvedimento sono di 4 milioni per il 2020, e 8 milioni per i due anni a seguire.

Un riconoscimento importante da parte dello Stato, come sottolineato dal capitano della nazionale italiana di calcio, Sara Gama. Quest’estate infatti, nei mondiali di Francia «le azzurre erano le uniche non professioniste tra le prime otto finaliste».

È intervenuta sull’argomento anche l’ex calciatrice Katia Serra, attuale opinionista e commentatrice di Sky Sport. Intervistata dalla redazione de Il Romanista, ha evidenziato l’importanza dell’emendamento sul professionismo come tutela sia per le calciatrici che per le società. Garantirebbe infatti contributi per le pensioni e la maternità, riducendo al minimo il problema dei fondi e della sostenibilità economica. La transizione permetterebbe ai club di strutturarsi per gradi e alzerebbe il tasso tecnico del campionato. In questo momento, se una giocatrice riceve un contratto di lavoro da una società estera dove è riconosciuto il professionismo, può lasciare la squadra, recandole danni tecnici ed economici. Infine, col professionismo le società otterrebbero una percentuale minima dalla vendita dei diritti televisivi, in virtù della legge Melandri.

https://twitter.com/katia_serra/status/1199732230265942017

«La nostra è una professione, non soltanto uno sport» ha dichiarato Elisa Bartoli, difensore della Roma, presente in Senato al momento della proposta. L’emendamento tutelerebbe tutte quelle donne che vivono di sport ma non gli è ancora riconosciuto. Le atlete interessate sarebbero infatti circa 3 mila tra calcio, basket, pallavolo e rugby.

Giulia Taviani

24 anni, nasco a Verona, mi sposto a Milano ma sogno Bali. A sei anni ho iniziato a scrivere poesie discutibili, a 20 qualcosa di più serio. Parlo di attualità nel podcast "Mo' To' Spiego" e di vino in "De Buris: Il lusso del tempo". Ho scritto di cinema, viaggi, sport e attualità, anche se sono fortemente attratta da ciò che è nascosto agli occhi di tutti. A maggio 2020 ho pubblicato il mio primo libro "Pieno di Vita"

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