«Ho firmato per Matteo Salvini ai banchetti della Lega, entrerò in lista alle comunali di Castelfranco Emilia (provincia di Modena), sono persone perbene quelli della Lega». Così Domenico Grispino, marito dell’eurodeputata del Pd Cecile Kyenge, ex ministro per l’Integrazione, ha dichiarato a La Zanzara su Radio 24. «Ci sono le elezioni comunali – continua – e metto a disposizione della Lega quello che so, le mie competenze». Quando gli viene chiesto se ha firmato contro il processo a Salvini sul caso Diciotti, risponde: «Sì, finirà nel nulla, se uno prende una linea poi non può cambiare, è evidente che Salvini lo fa per svegliare l’Europa. Sta facendo bene».
La decisione non può che stupire dato che la Kyenge è stata più volte attaccata dal Carroccio. A gennaio 2019 il tribunale di Bergamo ha condannato il senatore della Lega Roberto Calderoli a un anno e sei mesi per diffamazione aggravata dall’odio razziale, perché nel 2013 definì l’ex ministra «un orango» durante un comizio a Treviglio. A maggio 2017, invece, fu l’ex eurodeputato leghista Mario Borghezio a essere condannato a un risarcimento di 50mila euro a favore della collega del Pd dopo aver detto che l’allora ministra «voleva portare le sue tradizioni tribali in Italia» e che «gli africani appartengono a un’etnia molto diversa dalla nostra».
Ma Grispino non sembra dare peso alle vicende: «Mia moglie? Io penso per me, ognuno pensa per sé, con mia moglie non parlo mai di queste cose. Sono a favore dello slogan “aiutiamoli a casa loro” e bisogna creare dei punti strategici in Africa di attrazione delle persone. Ma mica con cattiveria. Salvini non è disumano, penso che sia una macchina da guerra per avere consensi. Poi ci sono altri personaggi a cui sono più vicino, come Giorgetti. Alle Europee non voterò Pd, per il partito di mia moglie. Le persone che ho conosciuto a Castelfranco sono molto in sintonia con me e tutt’altro che aggressive».