La Dia di Napoli ha sequestrato beni ad un imprenditore legato al clan dei Casalesi, per un totale di 100 milioni di euro. A emettere il provvedimento è stato il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
L’impresario, A.L., è un 75enne con interessi nel calcestruzzo è ha visto confiscarsi 6 aziende del settore edile e immobiliare, oltre a 70 immobili, terreni e fabbricati in provincia di Caserta e Modena, e 28 veicoli tra auto e moto.
La confisca dopo l’arresto del 2011
L’imprenditore era già conosciuto alla Dia dopo l’arresto che lo vide coinvolto nel 2011, avvenuto in seguito a un’indagine della Dda che aveva portato alla luce i rapporti tra i Casalesi e i politici di Casal di Principe. Secondo investigatori e inquirenti, l’uomo era il riferimento della famiglia Schiavone. Quello che era venuto alla luce nelle indagini del 2011 era che l’imprenditore metteva a disposizione gli impianti per la produzione del calcestruzzo e in cambio le sue società entravano a far parte del ‘cartello’ di imprese che potevano lavorare in provincia di Caserta. I decreti di sequestro, eseguiti nel 2014 e 2018, sono poi stati confermati dalla Corte d’Appello di Napoli e dalla Cassazione. Oggi è scattata la confisca.
Le parole del direttore della DIA
«Mai negli ultimi 25 anni c’era stata questa forza dirompente della polizia giudiziaria e della magistratura», ha detto il direttore della Direzione investigativa antimafia, generale Giuseppe Governale, riferendosi all’azione delle forze dell’ordine contro i Casalesi. Ha continuato affermando che si tratta di clan sempre più pericolosi e minacciosi perché capiscono che stanno affrontando un momento di difficoltà.
I risultati al contrasto al clan della Camorra, in particolar modo a quelli dei Casalesi, ci sono quindi, alla luce anche della confisca dei beni. Ma Giuseppe Governale ha tenuto a precisare che il successo va consolidato perché si possa davvero vincere la Camorra.