La Siae – Società Italiana degli Autori ed Editori – ha pubblicato il rapporto 2020 sul mondo dello spettacolo e i dati confermano come la crisi dovuta al coronavirus ha messo in ginocchio un’intero settore. Con i due lockdown e la conseguente chiusura di cinema, teatri e stadi, il numero degli eventi è calato del 70% rispetto al 2019 e con ciò anche la spesa del pubblico, che segna una perdita di oltre 4 miliardi di euro (-82,24%).
Fiere e musica fanno peggio di cinema e teatro
Il direttore generale della Siae, Gaetano Blandini, ha definito i dati come un bollettino di guerra e, analizzando singolarmente i comparti, emerge chiaramente come il 2020 è stato l’anno nero del settore. Entrando nello specifico, l’area cinematografica e quella teatrale vanno praticamente a braccetto: rispetto al 2019 l’attività è calata per il 70,86% per i primi e del 70,71% per i secondi; mentre la spesa al botteghino è scesa rispettivamente del 71,55% e del 78,45%. Tra i comparti più colpiti c’è anche lo sport. Da marzo tanti eventi sono stati cancellati e, nei pochi che sono sopravvissuti, non è stato permesso l’ingresso al pubblico e questo basta a spiegare il -83,96% di spesa al botteghino rispetto all’anno scorso.
Ma c’è chi ha fatto peggio. Il campo musicale ha registrato le perdite più consistenti, sfiorando quota -84% per quanto riguarda gli ingressi e quasi il -90% per la spesa al botteghino. A condividere questo triste primato, anche tutto il settore fieristico con mostre ed esposizioni. La contrazione infatti è stata del 77,90% per quanto riguarda i soli ingressi e del 76,7% per la spesa al botteghino.
Il buio dopo il buon inizio
E dire che, prima dell’esplosione della pandemia e i relativi lockdown, l’intero settore dello spettacolo faceva registrare ottimi numeri. Nei primi due mesi del 2020, tanto gli eventi quanto gli ingressi erano maggiori rispetto al 2019; soprattutto per il cinema che, grazie soprattutto al nuovo blockbuster di Checco Zalone, faceva registrare un +6,75% di spettatori. Ma anche per quanto riguarda i concerti la situazione era rosea con un +26,54% per la spesa al botteghino. Poi a marzo la luce si è spenta, con i vari annullamenti degli spettacoli e le relative chiusure dei luoghi culturali. Di seguito, la piccola finestra di respiro tra giugno e ottobre, in cui vennero riaperti con misure di sicurezza cinema, teatri e musei, non è stata minimamente d’aiuto, considerando che tanti non hanno avuto nemmeno la possibilità di riprendere.
Immaginare il futuro non è facile
Dopo una caduta del genere l’imperativo è rialzarsi, ma per il settore dello spettacolo guardare avanti è molto difficile sia per il continuo evolversi della situazione coronavirus sia perché questi mesi hanno costretto tanti a chiudere definitivamente. Il direttore generale della Siae, Gaetano Blandini prova a ragionare sulle conseguenze e chiede l’aiuto del governo: «Nel periodo in cui stiamo combattendo una battaglia durissima è importante capire anche quali conseguenze lascerà questa lunga e difficile fase sulle abitudini delle persone quando sarà possibile tornare alla normalità. Per il futuro serviranno investimenti, strategie, progetti. Bisogna arrivarci preparati».