Il 25 febbraio non è un giorno qualunque. Dall’anno scorso, infatti, rappresenta la data simbolo della ricorrenza della strage di Cutro che costò la vita a 94 persone.
La tragedia
Nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 un caicco partito dalla Turchia si spezza in due a pochi metri dalla riva del litorale di Steccato di Cutro, in provincia di Crotone. A bordo ci sono circa 180 persone. Il natante si arena contro una secca e diventa preda delle fortissime ondate. È l’inizio della fine per gran parte dei migranti a bordo. Molti di loro non sanno nuotare, le acque sono gelide ed in più ci sono moltissimi bambini.
Due pescatori del luogo sono i primi a tentare di soccorrere quanti più naufraghi possibili. Allertati dal frastuono e dalle grida di chi era in difficoltà, prestano il primo aiuto e, al contempo, chiamano i carabinieri e altra gente del posto per farsi aiutare nelle operazioni di soccorso. Nell’oscurità della notte chi è ancora vivo viene messo in salvo ma, altrettanti corpi, vengono estratti senza vita dall’acqua. Molti di loro vengono addirittura portati a riva dalla violenza delle onde. Il bilancio è drammatico: 94 morti, 35 dei quali bambini, 81 sopravvissuti e diversi dispersi. La riva della spiaggia di Cutro diventa un cimitero a cielo aperto. Decine di corpi senza vita coperti da sudari bianchi ricoprono la lingua di sabbia calabrese.
Le responsabilità
Ritenuti responsabili di questa tragedia sono i quattro scafisti che, in cambio di denaro, hanno fatto salire a bordo del piccolo natante un numero così elevato di persone. Nei giorni scorsi uno di loro, Gun Ufuk, è stato condannato con rito abbreviato a 20 anni di reclusione. Gli altri tre – Sami Fuat, turco di 50 anni, Khalid Arsian, pachistano di 25 e il suo connazionale Ishaq Hassnan di 22 – si trovano attualmente sotto processo con rito ordinario al tribunale di Crotone. «Devono pagare per quello che hanno fatto. Abbiamo pagato tanti soldi e ci avevano promesso che il viaggio sarebbe stato senza inside» – dice uno dei superstiti – «Hanno giocato con la nostra disperazione. Devono stare in carcere a vita».
Il ricordo
In occasione dell’anniversario della tragedia diversi superstiti si sono riuniti per celebrare insieme la tre giorni di iniziative ed eventi per non dimenticare. La rete 26 febbraio – che riunisce 400 associazioni – ha organizzato un evento sulla spiaggia teatro della strage di migranti. Oltre trecento persone presenti all’iniziativa, celebrata alle 4 e 30 del mattino, l’orario in cui il caicco si schiantò contro la secca.
La spiaggia di Cutro, nel buio della notte calabrese, è teatro di una veglia con fiaccolata. È piena di peluche e candele per ricordare le vittime. 94, per l’esattezza, sono le candele che illuminano la spiaggia, 94 come il numero di persone che hanno perso la vita un anno fa. Ci sono anche 35 peluche in memoria dei 35 bambini la cui vita è stata spezzata tra le onde del mare.
Un pupazzo ha indosso una maglietta bianca che riporta la sigla “Kr46M0”, utilizzata per identificare un bambino di pochi mesi morto. Ci sono anche striscioni con le foto di chi non è sopravvissuto e il lancio di una corona di fiori nelle acque che hanno visto morire oltre novanta persone. Presente, in ricordo delle vittime della strage, anche l’ambasciatore della Repubblica islamica dell’Afganistan a Roma, Khaled Ahmad Zekriya.
Il giardino della memoria
Per ricordare le vittime della strage, Crotone ha inaugurato il “Giardino di Alì”, uno spazio all’ingresso della città che ospiterà 94 piante in memoria delle 94 persone morte in seguito al naufragio. Tamerici, callistemon, feijoa e corbezzoli rappresenteranno il ricordo perenne dei morti della strage di Cutro.
«Il giardino è bellissimo. Abbiamo voluto dedicarlo ad Alì, un bambino che era rimasto una delle poche vittime senza nome, contrassegnato con la sigla Kr16m0, e poi identificato. Abbiamo pensato a lui per realizzare un luogo che simboleggia, attraverso gli alberi che abbiamo piantato, la rinascita della città», così il sindaco della città, Vincenzo Voce.
La causa al governo
Le famiglie delle vittime e alcuni superstiti intenteranno una causa civile risarcitoria nei confronti del governo, per omissione di soccorso e per i danni subiti in conseguenza della tragedia. Il ricorso sarà presentato una volta conclusa l’inchiesta penale coordinata dalla Procura di Crotone e riguarderà la presidenza del Consiglio e i ministeri degli Interni e dell’Economia.
Le parole di Schlein
La Segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, si è unita alla rete 26 febbraio per rendere omaggio alle 94 vittime del naufragio. Sulla spiaggia di Cutro Schlein ha detto «Da un anno poniamo la stessa domanda: come è stato possibile che non siano uscite le motovedette della Guardia costiera per dare soccorso ad un’imbarcazione che si sapeva da ore che era in difficoltà?». «Sono qui per dare supporto alla “Rete 26 febbraio” e a tutte le associazioni che sono ancora vicine ai familiari delle vittime e ai superstiti».