Il caso Alitalia rischia di infittirsi ulteriormente. Secondo il ministro per lo Sviluppo Economico Stefano Patuanelli al momento non ci sarebbero soluzioni di mercato. Continua con difficoltà la ricerca di un possibile compratore, considerando la bassa appetibilità degli asset aziendali.
Attualmente non vi solo soluzioni immediate per la crisi: fallito il tentativo della vendita al consorzio Fs-Atlantia-Delta, il responsabile del Mise ha sottolineato alla Commissione Industria al Senato che Alitalia «è una compagnia troppo grande per essere piccola e troppo piccola per essere grande. Ha una dimensione che in questo momento il mercato fa fatica ad accettare», definendo un’occasione persa la mancata cessione a AirFrance/Klm.
«Su Alitalia non abbiamo una soluzione di mercato a portata di mano» ha ribadito il premier Giuseppe Conte. Anche il piano alternativo sulla nomina di un nuovo commissario in grado di ristrutturare la compagnia appare improbabile.
Si pensa un ritorno all’agenzia Iri che la Cigl ha approvato favorevolmente. Confortanti le dichiarazioni del numero due del Mise, Stefano Buffagni: «è arrivato il momento delle decisioni difficili. E’ necessario salvare comunque gli asset piuttosto che continuare a sprecare soldi pubblici». Infatti lo spacchettamento degli asset delle attività di volo e dei servizi a terra sarebbe la soluzione meno auspicabile per la compagnia di Bandiera.
Rimane la soluzione Lufthansa. Continuano sotto traccia i contatti fra alcuni emissari della compagnia tedesca e Palazzo Chigi. Anche questa soluzione, però, sembra poco favorevole dato che, in quel caso, Alitalia passerebbe a una compagnia con base a Francoforte. Così non avrebbe alcuna garanzia sulle rotte per il Sud e la Sardegna, fagocitate da compagnie come Ryanair e Vueling, già massivamente presenti su Spagna, Grecia, Malta e Portogallo.