Vaccini: dal 10 maggio tocca anche agli over 50, richiamo Pfizer e Moderna posticipato a 42 giorni

Vaccini

La campagna vaccinale anti-Covid in Italia prosegue spedita. Dopo che giovedì 6 maggio sono state superate di nuovo le 500 mila somministrazioni giornaliere, il commissario straordinario all’emergenza Francesco Figliuolo ha annunciato che da lunedì 10 maggio saranno aperte le prenotazioni agli over 50. Un passo in avanti che alcune Regioni, tra cui Lombardia, Lazio e Veneto, avevano già anticipato in questi ultimi giorni.

Si tratta di un’accelerata importante agevolata principalmente da due fattori: l’accumulo di 4,7 milioni di dosi di vaccini nelle Regioni e il fatto che, al momento, un quarto degli italiani ha ricevuto almeno una dose e, di questi, il 75% sono over 70 e appartenenti alla fascia più a rischio.

Posticipata la seconda dose di Pfizer e Moderna
Attualmente il richiamo di Pfizer è dopo 21 giorni, quello di Moderna dopo 28

Il Ministero della Salute ha trasmesso una circolare firmata dal direttore della Prevenzione Gianni Rezza in cui si legge che il Comitato Tecnico Scientifico ha deciso di prolungare il tempo trascorso tra la prima e seconda dose dei vaccini Pfizer, Moderna e AstraZeneca. La scelta è ricaduta su questi due tipi di vaccino perché sono a Rna Messaggero e posticipare la data della seconda dose non intaccherebbe l’efficacia generale del vaccino in quanto, già dopo la prima dose, i pazienti sono parzialmente coperti. Dunque, il Cts ha deciso di spostare il richiamo da 21-28 giorni a 42 giorni dopo la prima somministrazione.

Una scelta di questo tipo permette di conservare sempre più fiale per poi utilizzarle per poter immunizzare, anche se parzialmente, sempre più persone. L’idea, supportata anche da motivazioni puramente scientifiche legata all’efficacia dei vaccini, è quella di poter inoculare la prima dose ad un numero di persone sempre maggiore nel minor tempo possibile.

Il richiamo di Moderna copre anche le varianti brasiliana e sudafricana

Un’altra nota positiva arriva dal richiamo del vaccino anti Covid-19 di Moderna. Stando ai primi risultati di uno studio clinico condotto da Moderna (che sta testando una dose di richiamo da 50mcg in individui già vaccinati), una dose del richiamo ha generato un’ottima risposta immunitaria contro le pericolose varianti del Sud Africa e del Brasile.

Stéphane Bancel, Ceo di Moderna

Andando nello specifico, i primi risultati dimostrano che la seconda dose, sempre ben tollerata dai pazienti, ha aumentato la risposta degli anticorpi che neutralizzano sia il virus originale, sia le varianti B.1.351 e P.1, appunto quella sudafricana e brasiliana. Il Ceo di Moderna Stéphane Bancel ha commentato fiducioso: «Siamo incoraggiati da questi nuovi dati. Rafforzano la nostra fiducia nel fatto che la nostra strategia di richiamo possa essere protettiva contro queste nuove varianti individuate. La forte e rapida spinta dei titoli a livelli superiori alla vaccinazione primaria dimostra anche chiaramente la capacità di mRNA-1273 di indurre la memoria immunitaria».

Kevin Bertoni

Classe 1997 direttamente da Pesaro. Dopo il liceo scientifico mi laureo con lode in "Informazione, media e pubblicità" a Urbino, passando anche sei mesi in quel di Madrid; mentre ora il sogno di diventare giornalista mi ha portato a Milano. L'unica costante nella vita? L'amore per il basket e per il mondo dello sport, tanto che ne parlo (troppo) e ne scrivo costantemente. Quasi dimenticavo: «Se non vi piacciono i Playoff NBA non vi voglio nemmeno conoscere eh!».

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