Il Presidente della Repubblica popolare cinese, Xi Jinping, si è recato, martedì 10 marzo, a Wuhan. Una città cinese, capoluogo della provincia di Hubei, che, con i suoi 11 milioni di abitanti, è passata dall’essere sconosciuta ai più a diventare il centro del mondo, perché da qui si è diffusa l’epidemia di Covid-19.
Durante questa visita –la prima dall’inizio della crisi-, Xi Jinping si è recato all’ospedale Huoshenshan. La struttura, che ospita 1.000 posti letto, è stata costruita in tempi record -10 giorni- proprio per far fronte ai numerosi casi di contagio che si sono registrati negli ultimi mesi in Cina.
Nelle prime immagini diffuse dal Quotidiano del Popolo, si vede Xi si indossare la mascherina verde e mantenere alcuni metri di distanza dai suoi interlocutori (medici civili e militari). Il Presidente cinese ha poi voluto ringraziare il personale medico e mostrare la sua vicinanza ai pazienti ricoverati, collegandosi con loro in videoconferenza da un’altra stanza.
La Cina registra il record minimo di nuovi casi
La visita si è svolta mentre le autorità sanitarie annunciavano che lunedì, 9 marzo, in Cina è stato registrato il numero più basso di nuovi casi da quando, il 21 gennaio, è cominciata la comunicazione dei dati. Sono 19, rispetto ai 40 delle 24 ore precedenti. Di questi, 17 si sono verificati a Wuhan, uno a Pechino e uno a Guangdong. Negli ultimi due casi però si tratterebbe di due persone che hanno viaggiato in Gran Bretagna e in Spagna.
Wuhan, un altro passo verso la normalità
L’arrivo di Xi Jinping sancisce un ritorno, seppur lento e con un livello di attenzione che resta alto, alla normalità per il capoluogo della provincia di Hubei. La città è, infatti, in quarantena da 50 giorni, dopo che le autorità hanno deciso, a fine gennaio, di adottare misure draconiane per ridurre l’espandersi del contagio. È previsto, ad esempio, l’arresto per chi viola l’obbligo di restare a casa. Queste misure hanno portato ad un risultato importante: secondo i dati ufficiali, il 42% delle zone residenziali del capoluogo dell’Hubei è stato dichiarato «libero dal Covid-19».
«La presenza di Xi a Wuhan dimostra che c’è stata una svolta nella battaglia della Cina contro l’epidemia e che, ormai, bisogna soprattutto prevenire che il contagio venga importato da viaggiatori in arrivo dall’estero», scrive la stampa di Pechino. L’obiettivo delle autorità cinesi è, infatti, impedire che il contagio, iniziato in Cina ed estesosi nel resto del mondo, possa acquistare di nuovo forza nel punto di origine.
Il cambio di rotta di Xi
La decisione di Xi di recarsi a Wuhan stride con il comportamento assunto fino a questo momento. Secondo alcuni politologi, il Presidente cinese avrebbe deciso di non mostrarsi in pubblico, in un periodo in cui i casi di contagio continuavano ad aumentare, per evitare che gli venisse attribuita una qualsiasi responsabilità sanitaria.
Soltanto il 28 gennaio Xi ha preso parte ad un evento legato al Coronavirus: quando Pechino ha ricevuto il capo dell’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms). In quell’occasione pronunciò una frase ripresa dalle testate di tutto il mondo:
Il coronavirus è un demone.
Noi non permetteremo a un demone
di restare nascosto.
Con l’espandersi del virus su scala globale sono stati sollevati dubbi sulla trasparenza iniziale e sui ritardi nella comprensione del pericolo.