Cospito, udienza in aprile. “Ma fra tre mesi sarà morto”

«Fra tre mesi Alfredo sarà morto». Con queste parole il medico di fiducia di Cospito ha commentato l’ultima svolta nella vicenda del militante anarchico sottoposto al regime di 41-bis. La Cassazione ha deciso di fissare al 20 aprile l’udienza in cui sarà discussa l’applicazione del carcere duro nei confronti di Cospito. Ma le condizioni di salute del militante anarchico, in sciopero della fame da quasi cento giorni, sono nettamente peggiorate. Cospito rischia dunque di morire prima che la Cassazione si pronunci sul suo caso.

 

Tempi incompatibili con le condizioni di salute
Alfredo Cospito

L’avvocato difensore di Cospito, Flavio Rossi Albertini, aveva presentato reclamo al Tribunale di sorveglianza di Roma contro l’applicazione del 41-bis nei confronti del militante anarchico. Il 19 dicembre la corte aveva respinto il reclamo e confermato il regime di carcere duro. A quel punto, i legali di Cospito avevano presentato ricorso in Cassazione, il 27 dicembre scorso. La Suprema Corte si è riunita il 25 gennaio e ha deciso di fissare l’udienza al 20 aprile.

La decisione è in linea con i tempi previsti dalla Cassazione per tutti i tipi di ricorsi. Ma, nel caso di Cospito, potrebbe essere incompatibile con le condizioni di salute del detenuto. «Fra tre mesi Alfredo sarà morto», ha commentato il suo medico di fiducia, Angelica Milia. «La situazione è al limite, Alfredo non mangia da cento giorni e ha perso più di 40 chili. La letteratura medica dice che quando si perde la metà del proprio peso si verificano danni irreversibili. Non si può aspettare tanto».

L’avvocato difensore ha già presentato un’istanza, chiedendo di anticipare la data dell’udienza «al fine di ottenere la trattazione del ricorso in tempi compatibili con le condizioni di salute di Alfredo».

 

Le polemiche contro la decisione della Cassazione
La Corte Suprema di Cassazione

Diversi politici e intellettuali si sono espressi contro la decisione della Cassazione e hanno presentato un appello al Ministro della Giustizia perché revochi il regime di 41-bis nei confronti del militante anarchico. «La Cassazione su Cospito ha deciso di non decidere. L’unica possibilità è l’intervento del Ministro. Credo ci siano i presupposti, sicuramente c’è l’urgenza», ha commentato l’ex Guardasigilli Andrea Orlando.

Anche i Radicali Italiani vogliono presentare un appello al Ministro Nordio: «Abbiamo raccolto 300 adesioni in poche ore», ha dichiarato il Segretario, Massimiliano Iervolino. Mentre Sinistra Italiana e Verdi hanno chiesto un’informativa urgente in Parlamento.

Nel frattempo, il Segretario di Rifondazione Comunista, Maurizio Acerbo, ha invitato il Consiglio comunale di Pescara – città natale di Cospito – a chiedere la revoca del 41-bis. Come del resto hanno già fatto i Consigli comunali di Torino e Nuoro. «Non si tratta di simpatizzare con le idee e le azioni di Cospito ma di chiedere l’applicazione dell’articolo 27 della Costituzione che prevede che le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità», ha commentato Acerbo.

 

Per il Dap condizioni di salute stabili
Il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria

Il 25 gennaio il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha presentato un comunicato ufficiale sullo stato di salute di Cospito: «Risulta a questa direzione che le condizioni del detenuto Alfredo Cospito al momento siano stabili e che lo stesso riferisce benessere psico-fisico». Prosegue poi la nota: «È regolarmente seguito sia dal cardiologo della ASL sassarese che dal cardiologo di fiducia e le prescrizioni di entrambi vengono scrupolosamente osservate. In caso di necessità la richiesta di trasferimento presso altro istituto penitenziario dotato di assistenza intensivo potrebbe essere avanzata dal competente dirigente sanitario dell’istituto».

Ma il legale di Cospito ha già presentato richiesta di trasferimento in un carcere dotato di struttura ospedaliera. Nel Bancali di Sassari non sarebbe possibile alcun intervento salvifico in caso di un ulteriore peggioramento delle condizioni di salute del detenuto. «I toni rassicuranti del documento del Dipartimento destano stupore e sconcerto perché contrastanti con le informazioni in possesso della difesa», ha replicato l’avvocato al Dap. «Il riportare che Cospito riferisca un benessere psicofisico per giustificare l’inerzia dimostra la mancanza di conoscenza delle conseguenze di un prolungato digiuno».

Anche il medico di fiducia di Cospito ha espresso scetticismo sulla nota del Dap. Oggi pomeriggio, come ogni giovedì, la cardiologa visiterà il detenuto. Sperando di non venir diffidata anche da questa attività, come già avvenuto per il suo intervento a Radio Onda d’Urto.

 

Il bavaglio contro Radio Onda d’Urto
La lettera del Ministero della Giustizia

Il 23 gennaio il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria del Ministero della Giustizia aveva inviato una lettera al medico di Cospito, diffidandola a rilasciare a Radio Onda d’Urto dichiarazioni sulle condizioni di salute del detenuto. Come indica la lettera, «al fine di non vanificare le finalità del regime» di carcere duro. «Ulteriori dichiarazioni rese in tal senso, potranno indurre questa A.D., a valutare la revoca dell’autorizzazione all’accesso in Istituto».

Il medico di Cospito ha però precisato: «Io mi sono sempre limitata a esternare le condizioni di Alfredo Cospito da quando ha iniziato lo sciopero della fame, non mi sono mai pronunciata su quelle che sono le condizioni carcerarie nelle quali vive».

Radio Onda d’Urto – da sempre vicina ai movimenti sociali di base – ha denunciato quello che considera un attacco all’emittente e più in generale alla libertà di informazione. Come dichiarato da Radio Onda d’Urto, il «provvedimento gravissimo» del Dap e del Ministero della Giustizia «denota un accanimento repressivo-carcerario contro il detenuto, di cui pare acclarato non si vogliano far conoscere le condizioni di salute sempre più critiche».

 

Tra disinteresse e mobilitazione
Il Ministro della Giustizia Carlo Nordio

Dal Ministero della Giustizia fanno sapere che il Ministro Nordio segue la vicenda «con la massima attenzione». Ma Luigi Manconi, ex Senatore e Sottosegretario al Ministero della Giustizia, evidenzia il disinteresse dei politici sulla vicenda di Cospito. «Presso la classe politica, a parte le interrogazioni presentate da un pugno di parlamentari, e presso l’amministrazione penitenziaria, ulteriormente indebolita da un cambio di vertice si dà per scontato che la vicenda sia destinata a finire nell’oblio», ha dichiarato Manconi.

Il disinteresse di gran parte della politica trova un contraltare nella mobilitazione di ampi settori della società civile. Di recente, a Napoli una sessantina di associazioni e 150 artisti, tra cui il fumettista Zerocalcare, hanno sottoscritto la piattaforma “Morire di pena. Per l’abolizione di ergastolo e 41 bis”. Anche Amnesty International è intervenuta sulla vicenda, con un comunicato del 24 gennaio: «Ribadiamo che è dovere delle autorità italiane adempiere agli obblighi di protezione e rispetto dei diritti umani del detenuto».

 

 

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