Coronavirus, la pandemia impatta sul settore del wedding

Dicembre 2018, una scatolina illuminata da alcune lucine attende Arianna tra le borse sistemate in soggiorno. È il regalo di Natale più speciale che potesse desiderare. In quella confezione c’è un anello, che porta con sé la proposta attesa da una vita: «Vuoi sposarmi?».

Iniziano così i preparativi: la scelta della data, del locale, gli abiti, il fotografo i fiori. Nessuno avrebbe immaginato che il giorno tanto atteso sarebbe stato rinviato a causa della pandemia da Covid-19 che ha sconvolto le vite di milioni di persone.

«Era quasi tutto pronto. Dopo mesi di preparazione vedevo più vicino il giorno che aspettavo da sempre e invece ora vivo nell’incertezza». Arianna ha 28 anni, vive a Roccella Valdemone in provincia di Messina e si sarebbe dovuta sposare con Giuseppe il 23 maggio. Invece, l’emergenza sanitaria dovuta al coronavirus ha sconvolto i loro progetti e il sogno di una vita appare sempre più lontano.

Ci sono state, in questi mesi, coppie che hanno deciso di sposarsi con la mascherina, senza invitati e private del bacio di rito dopo il fatidico “sì”, ma la maggior parte dei futuri sposi, come Arianna, ha deciso di rinviare il grande giorno per non dover rinunciare agli abbracci, alle emozioni, alle persone amate. «Io e il mio futuro marito abbiamo spostato le nozze al 24 agosto – racconta la ragazza –, ma non sappiamo se e come sarà possibile celebrarle».

Fino al 3 giugno sono stati consentiti i matrimoni alla sola presenza di genitori, fratelli, sorelle e testimoni: pochi intimi per festeggiare a distanza di sicurezza. «A parte il fatto che non vogliamo rinunciare alla festa con i parenti, alla musica, agli abbracci e a tutto quello che abbiamo sempre sognato – continua Arianna –, ma anche volendo per noi sarebbe stato impossibile sposarci. Mio fratello era bloccato a Bari e i miei testimoni di nozze a Bassano del Grappa, in Veneto. Gli spostamenti tra regioni non erano consentiti e per loro sarebbe stato impossibile raggiungerci in Sicilia».

Al dispiacere per aver rinviato una giornata che Arianna e Giuseppe organizzavano ormai da più di un anno, si aggiungono le difficoltà economiche. «Avevamo già lasciato gli acconti a tutti coloro che lavoravano per il nostro matrimonio: fiorista, fotografo, estetista, parrucchiere. Rinviare le nozze non è stato semplice: abbiamo dovuto trovare un giorno in cui fossero tutti disponibili e ancora non sappiamo se sarà la data definitiva». C’è poi il problema del locale dove festeggiare: «I ristoranti che solitamente accolgono 300 persone non potranno più farlo. Non sappiamo come faremo a festeggiare nella location che abbiamo scelto – spiega Arianna –. Io sono stata fortunata perché tutto sommato non ho avuto grossi problemi, a una mia amica, invece, il proprietario del locale ha dato tempo fino al 4 giugno per decidere la data in cui spostare le nozze, altrimenti non le restituirà la caparra».

L’amarezza per il fatto che il coronavirus sta rendendo difficile realizzare il sogno di Arianna, l’ha spinta a unirsi a un gruppo Instagram chiamato Spose Eroine 2020. Si tratta di un movimento di circa duemila coppie di futuri sposi che si sta battendo per il diritto di convolare a nozze entro l’anno «Sono moltissime le donne che sono convinte che il 2020 sia il loro momento e non vogliono rinunciare al loro matrimonio», spiega Arianna.

In appoggio al gruppo anche Cira Lombardo, wedding planner: «Chiaramente, la situazione di grave emergenza che abbiamo vissuto non è dipesa dalle istituzioni, ma questi sposi ora chiedono risposte: perché sono stati definiti i protocolli di sicurezza per vacanze al mare, apertura di locali notturni, ristoranti, bar e per eventi come concerti e spettacoli teatrali e non quelli per gli eventi privati? Le richieste delle Spose Eroine si basano sul principio per cui, in linea di massima, prendono parte a un evento privato persone che si possono definire congiunti, in quanto si tratta di amici e parenti vicini alla coppia protagonista».

Le Spose Eroine chiedono dunque chiarezza: «Vogliono la possibilità di festeggiare, divertirsi e ballare con i loro cari in occasione del wedding day. Queste coppie non accettano l’idea di doversi sposare con le mascherine e, soprattutto, non vogliono rinunciare al loro sogno, ma chiedono di essere ascoltate dal governo e che le misure da stabilire per l’organizzazione di eventi privati vengano rese immediatamente note» continua Lombardo.

Tutta l’industria del wedding sta subendo importanti perdite economiche a cause dell’emergenza sanitaria che ha bloccato gli eventi in tutto il Paese: «Per quanto mi riguarda – spiega Cira Lombardo – di sicuro, alla fine dell’anno faremo i conti con fatturati praticamente azzerati per tutto il 2020 e il confronto con gli anni precedenti non sarà facile da affrontare. E poi, anche per i matrimoni del prossimo anno, dopo la crisi che coinvolgerà tutti i settori, gli sposi saranno meno inclini a spendere per l’organizzazione delle loro nozze e i budget a disposizione si ridurranno, forse fino al 70% in meno. Gli sposi, dal canto loro, sono giustamente spaesati e avviliti e stiamo cercando di guidarli nella rimodulazione delle loro nozze. Devo dire che molti professionisti in tutta Italia si sono mossi senza esitazioni per aiutare e questo mi rende davvero molto fiera della mia categoria, ma la strada verso la ripresa completa è ancora lunga, ci vorranno tempo e sacrifici. Ciò che occorre subito è una risposta chiara e concreta da parte del governo sulle nuove norme di sicurezza da rispettare».

Nel 2020, secondo i dati raccolti da Assoeventi, si sarebbero dovuti celebrare in Italia circa 200mila matrimoni di cui più di 9mila stranieri con un valore pari a circa 42 miliardi di euro. Solo nei mesi di marzo e aprile si sono registrati 17mila matrimoni cancellati o rinviati e 50mila tra maggio e giugno. La perdita stimata è pari a circa 26 miliardi di euro.

Le ingenti perdite economiche coinvolgono un settore vastissimo che coinvolge oltre 80mila imprese che si occupano di abiti da sposa, bomboniere, fotografi e videomaker, fiere dedicate, fiori, catering, location matrimoniali, musicisti, noleggio di auto da cerimonia, parrucchieri e make-up artist specializzati, wedding planner, organizzatori di eventi e servizi vari.

E proprio i wedding planner stanno tentando di non fermare il proprio lavoro e adattarsi alla situazione: «Nel nostro lavoro molte cose cambieranno e, anzi, stanno già cambiando. Sta mutando il nostro stesso modo di relazionarci con gli altri, il distanziamento sociale è qualcosa di nuovo a cui nessuno era preparato e per il nostro lavoro, che riguarda molto da vicino gli affetti, la convivialità, il piacere di condividere gioie ed emozioni, questo avrà un peso da non sottovalutare. Occorrerà adattarsi – conclude Cira Lombardo -, cambiare alcune delle nostre abitudini e in questo noi organizzatori dovremo essere delle guide per gli sposi e i loro cari, rimodulando, non solo le loro nozze, ma anche il modo in cui viverle».

Martina Soligo

26 anni, da Treviso a Milano per seguire il mio sogno. Laureata in Lettere all'Università Ca' Foscari di Venezia e in Editoria e Giornalismo all'Università degli studi di Verona, ora frequento il Master in Giornalismo e scrivo per MasterX. Sogno di diventare una grande giornalista sportiva.

No Comments Yet

Leave a Reply