Caos dopo l’annuncio della governatrice della Calabria, Jole Santelli, sulla riapertura di bar e ristoranti. Diverse le critiche da parte di amministratori locali, compresi quelli dell’area politica della Santelli, il centrodestra, e di titolari stessi di bar e ristoranti. Un atteggiamento «illogico e illegittimo», commenta il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, della governatrice che fino ad un paio di settimane fa minacciava di chiudere i confini della regione.
Da oggi, giovedì 30 aprile, in Calabria possono riaprire bar, pasticcerie, agriturismi, ristornati e pizzerie con servizio al tavolo e, ovviamente, asporto. Le condizioni da rispettare riguardano il rispetto delle misure anti-contagio, della distanza di sicurezza e sanificazione. Inoltre il servizio ai tavoli, non previsto prima di giugno per il resto d’Italia, deve esser effettuato all’aperto.
L’effetto dell’ordinanza ha visto l’apertura di alcuni bar e il proseguo della chiusura di altri a causa dell’incertezza di uno stop del governo. Alcuni titolari, poi, hanno aperto solo per effettuare le pulizie dopo settimane di fermo, altri invece si sono visti imporre la chiusura a causa di disposizioni di diversi sindaci contrari all’ordinanza.
La reazione dei sindaci
La maggior parte dei primi cittadini della regione sono insorti. Per molti di loro si tratta di un’ordinanza «pericolosa perché dà l’impressione del ‘tana liberi tutti’. Non possiamo continuare a giocare su queste cose. È un’ordinanza dal sapore e dall’odore politico, che vuole creare uno scontro con il governo nazionale e scarica sui sindaci la necessità di adottare le contromisure. Non è bello che funzioni così, soprattutto tra le istituzioni. È evidente che sulla pelle dei cittadini si sta cercando uno scontro politico ignobile e infame. Uno scontro della politica con la ‘p’ minuscola. Non si scherza con queste cose» ha commentato il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà.
L’unico amministratore locale che appoggia la Santelli è il primo cittadino di Cosenza, Mario Occhiuto, secondo cui la governatrice «ha fatto bene a ripartire subito bar e ristoranti all’aperto, anche perché in Calabria non cambierebbe niente con un mese di chiusura in più».
L’ordinanza della Santelli è stata definita «una boccata d’ossigeno» da Francesco Ruffolo, titolare di un noto bar di Cosenza che ha potuto aprire. «Ho tredici dipendenti – afferma Ruffolo – nessuno in cassa integrazione, quindi l’unica possibilità è riaprire. Abbiamo sanificato l’ambiente e preso le misure di sicurezza indicate. In tanti sono entrati e, seppur con le precauzioni necessarie, erano felici di poter prendere un caffè e scambiare due chiacchiere col barista. Un ritorno anomalo alla normalità».
In Calabria, inoltre, tornano i mercati all’aperto, la vendita ambulante. Saranno consentiti gli spostamenti da un Comune ad un altro per lo svolgimento di sport individuali e per raggiungere imbarcazioni di proprietà.
La parole di Jole Santelli
«L’ordinanza – spiega Santelli in una nota – prevede misure nuove, al pari di altre regioni e alcune uniche sul territorio nazionale; tutte parlano il linguaggio della fiducia. Poiché in queste settimane i calabresi hanno dimostrato senso civico e rispetto delle regole, è giusto che oggi la Regione ponga in loro fiducia. Sapranno dimostrare buon senso nel gestire i nuovi spazi di apertura che la Regione ha deciso di consentire, anche oltre il dettato del Governo».
Le accuse dell’opposizione
Anche per l’opposizione di centrosinistra in Consiglio regionale l’ordinanza della governatrice «è del tutto fuori da ogni logica e, anticipando senza una ragione, le disposizioni nazionali che entreranno in vigore il 4 maggio, dimentica ogni senso di responsabilità istituzionale». E a proposito dei calabresi afferma «se, in violazione di norme sanitarie nazionali ripartiranno i contagi in quei bar o ristoranti che aprono (tra l’altro senza linee guida nazionali), quelle persone avranno tutto il diritto di chiedere i danni alla Regione».