Coronavirus, a Milano prove di ripartenza

#milanononsiferma.

È il messaggio di resilienza lanciato dal Comune di Milano per esortare la città, e più in generale l’Italia a non lasciarsi schiacciare dall’epidemia – e dall’infodemia – di Coronavirus.

Milano non si ferma!#forzamilano#milanononsiferma

Pubblicato da Beppe Sala su Giovedì 27 febbraio 2020

 

Con questo hashtag e con un video divenuto in breve virale, si è svegliato il capoluogo lombardo, all’alba del 27 febbraio.

Un  filmato di pochi minuti ma di grande impatto in cui è raffigurata la città in tutte le sue sfaccettature: dalla Milano industriale alla Milano da bere, alla Milano turistica.

Non abbandonarsi alla paura ma tornare alla normalità: è questo l’imperativo categorico secondo il Sindaco Beppe Sala, per i cittadini e per i turisti. Poi un appello al governo, e la richiesta di “riaprire la città meneghina”.

SALA CHIAMA CONTE

«Ho parlato con il presidente del consiglio Giuseppe Conte e l’ho invitato a venire presto a Milano per rendersi conto di come è la situazione, ho chiamato il ministro Gualtieri, gli ho chiesto supporto e gli ho detto che un aiuto a Milano è un buon investimento.»

Nella sera del 26 febbraio il Sindaco di Milano si è fatto portavoce del Nord produttivo, chiedendo al Governo segnali di positività per smorzare ogni allarmismo.

In ansia per i dati che lancia l’economia, dopo le misure restrittive messe in campo per contenere il contagio da Coronavirus, arriva il dietrofront per provare a tornare alla normalità.

FINE DEL COPRIFUOCO

Bar aperti con servizio assistito al tavolo anche dopo le 18.

A Milano l’ordinanza regionale messa in campo nei giorni scorsi  per ridurre i contatti tra la popolazione e scongiurare la diffusione del Covid-19, è stata “allegerita”, abolendo il coprifuoco imposto con lo scoppio dell’emergenza.

I locali dunque non dovranno chiudere al tramonto ma potranno servire da bere ai clienti a patto che siano seduti ai tavolini e non si assembrino davanti ai banconi.

Il ritorno al rito dell’aperitivo, è un passo importante in direzione della normalità.

Ecco allora che nasce l’Unione dei Brand della Ristorazione Italiana, un’associazione di carattere temporaneo che riunisce le attività del settore food, con l’obiettivo di promuovere – in un momento così delicato – un messaggio di presenza e supporto alla città e alle istituzioni che vi operano. Un fronte unito di ristoratori che hanno deciso di tenere aperti i locali per combattere tutti insieme l’immagine di una città fantasma.

Sul piede di guerra rimangono invece i titolari di discoteche e sale da ballo, che al momento resteranno chiuse. «La potestà di decidere le zone delle ordinanze e dei divieti era dei prefetti e non dell’autorità regionale. Stiamo valutando un ricorso al Tar », denunciano le associazioni di categoria, annunciando un direttivo nelle prossime ore.

«RIPARTIAMO DAI MUSEI»

Milano vuole ripartire anche dalla cultura. Ad affermarlo è sempre il sindaco Beppe Sala con un video sul suo profilo Instagram: «ho parlato con il ministro Franceschini: ripartiamo dalla cultura, riapriamo qualcosa, possiamo cominciare dai musei o da qualcos’altro, ma la cultura è vita.»

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#forzamilano

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SIPARIO ABBASSATO ALLA SCALA

Resterà invece chiuso il Teatro alla Scala, dopo che un corista è risultato positivo al test del Coronavirus. Il Massimo milanese  ha disposto di prolungare «la sospensione cautelativa delle attività artistiche, tecniche ed amministrative» fino al 2 marzo. In  242 anni di attività, era accaduto solo 6 volte in precedenza.

Ma a far temere i vertici del teatro e le autorità sanitarie non è tanto la sospensione degli spettacoli e delle prove, quanto i tempi del contagio. Per questa ragione la direzione del Teatro ha richiesto a tutti i lavoratori entrati in contatto con l’artista che abbiano manifestato sintomi sospetti , di mettersi in contatto con l’infermeria.

Benedetta Piscitelli

Mi interessano le persone, le loro storie, l’attualità raccontare fatti per creare opinioni. Dubito spesso e non mi accontento mai della prima versione dei fatti: per molti è un difetto, io provo a farne una professione. Vivo on-line frequentando gli ambienti social ma preferisco il giornalismo retrò, quello attivo tra la gente. Laureata in Scienze della Comunicazione, sono diventata giornalista pubblicista a Napoli, dove ho fatto la vera gavetta nell’emittente regionale Canale21. Qui ho imparato prima a chiudere un servizio, poi a fare collegamenti in diretta e infine a condurre il telegiornale. Dal 2018 collaboro con l’edizione casertana de Il Mattino. Attualmente sono praticante presso la Scuola di giornalismo IULM di Milano.

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