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L’attesissima notte degli Oscar sta finalmente arrivando, domenica 2 Marzo all’una di notte italiana si terrano gli Academy Awards. Il discorso mediatico attorno all’evento è enorme, tra previsioni e scommesse. Tutti i film nominati hanno fatto molto parlare di sé, come il chiacchieratissimo Wicked, il musical film di Jon M. Chu. In particolare, la sequenza di ballo che accompagna il brano “What is This Feeling”, condotta da Ariana Grande nei panni di Glinda, è diventato un trend popolarissimo su TikTok. Milioni di utenti si sono filmati ricreando la sequenza di ballo, molti di loro senza nemmeno sapere chi l’ha creata. I coreografi vengono spesso ignorati, non solo dal grande pubblico, ma anche dai critici degli Academy Awards: non c’è nessun riconoscimento per il loro lavoro.
L’importanza della danza
La danza nei film è un elemento essenziale, che contribuisce alla costruzione del personaggio e porta avanti la storia. La danza è un medium che trasmette un dialogo tanto quanto lo sono le canzoni nei film musicali. C’è un motto nel mondo del musical teatrale che recita “Quando non puoi dirlo, lo canti, e quando non puoi cantarlo, balli”. Questo detto riassume l’importanza che ha la danza nella costruzione di un’opera, che sia per il teatro o per il grande schermo. Il valore delle coreografie non si ferma al momento artistico della visione del film, ma va oltre. Le coreografie creano un dialogo mediatico che prosegue dopo il film. Utenti online e personaggi famosi ricreano e ripropongono le coreografie sui social. Rimangono vive nello spettatore oltre la visione del film tanto quanto i brani.
Sebbene sia vero che non tutti i film necessitano di coreografie, questo accade anche per altre categorie. Non tutti i film hanno bisogno di effetti speciali, ma quando ci sono vengono riconosciuti dalla critica. Allo stesso modo degli effetti speciali, la danza diventa un elemento centrale ed importante quando è presente nel film.
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Il premio nella Golden Era di Hollywood
Negli anni della Golden Era di Hollywood esisteva un premio per i coreografi, anche se per poco. “The Academy Award for Best Dance Direction” è stato presentato dal 1935 al 1937. Erano gli anni d’oro dei film musicali. L’ultimo fu assegnato a Hermes Pan per la coreografia del brano “Fun House” nel film A Damsel In Distress (1937), eseguita, fra gli altri, da Fred Astaire. L’Academy poi ritirò il riconoscimento su pressione della Directors Guild of America, la corporazione dei registi. Ritenevano che il termine “Direction” dovesse spettare solamente a colui che tiene le redini di tutto il film. Mandy Moore, coreografa di La La Land, accusa anche la mancanza di un’associazione dei coreografi: “Facciamo parte delle pochissime persone che lavorano nell’industria filmica a non avere nessun tipo di regolamento su come devono andare le cose”. I coreografi infatti non appaiono quasi mai nelle conferenze o agli eventi dove i film vengono presentati alle giurie e al pubblico. Questo fa anche sì che gli stessi spettatori siano carenti di un certo tipo di educazione e comprensione del medium e di chi lo crea.
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Negli ultimi anni i musical films stanno riacquistando una notevole popolarità, con una tendenza che cresce dall’inizio degli anni 2000. Lo spazio che l’Academy regala loro la notte degli Oscar sembra essere però confinato all’intrattenimento di metà serata. Lo scorso anno Ryan Gosling ha regalato al Dolby Theatre la sua perfomance di “I’m Just Ken”, la popolarissima del film Barbie. Quest’anno sono invece attesissime Ariana Grande e Cynthia Erivo, le star di Wicked. Moore spera che questo rinascimento dei musical possa portare nuova luce anche sulla danza e “put coreography back into the narrative”.