Dopo il fallimento del secondo summit con gli Usa del 27 e 28 febbraio, ad Hanoi, il presidente nord-coreano Kim Jong-un ha fatto giustiziare i suoi funzionari ritenuti “responsabili” del fallimento dei negoziati con gli Stati Uniti. Il capo negoziatore Kim Hyok-chol è stato giustiziato a marzo mentre Kim Yong-chol, ex braccio destro di Kim, è finito in un campo di rieducazione. Il leader ha chiesto anche alla sorella minore Kim-Yo-jong di «tenere un basso profilo». Kim Hyok-chol, controparte dello speciale rappresentante americano per il Nord Stephen Biegun, è finito a marzo davanti al plotone di esecuzione con altri quattro funzionari all’aeroporto Mirim, per l’accusa di aver spiato per conto degli Usa.
A dirlo è un quotidiano di Seul, secondo il quale Kim Yong-chol, interlocutore del segretario di Stato Mike Pompeo che ha incontrato anche a Washington, è stato sanzionato coi lavori forzati nella provincia di Jagang mentre Kim Song-hye del Dipartimento del Fronte Unito è finita in un campo per prigionieri politici.
Anche l’interprete del leader, Shin Hye-yong è stata accusata di aver “macchiato l’autorità” di Kim per un errore ad Hanoi durante il suo lavoro di traduzione. Questo quanto si legge sul quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo, che cita non meglio identificate fonti nordcoreane.
Il condizionale comunque sembrerebbe essere obbligatorio, visto che a rivelare i dettagli al quotidiano sudcoreano Chosun Ilbo sia stata una sola fonte anonima che si dichiara a conoscenza dei fatti. Il problema però è che in passato lo stesso quotidiano ha diverse volte riportato indiscrezioni sulle dinamiche di potere a Pyongyang, plotoni di esecuzione compresi, che si sono poi rivelate false o inesatte. Sia il governo di Washington che quello di Seul hanno detto di non avere al momento informazioni a riguardo, evitando così commenti.