Coprifuoco, rimane il limite delle 22 ma è scontro nel governo

Ancora uno scontro nella maggioranza: questa volta a destare gli animi è il coprifuoco, che la Lega di Matteo Salvini voleva fosse prorogato alle 23. E invece, alla fine del Consiglio dei Ministri, dopo l’intervento del premier Mario Draghi, il nuovo decreto sulle riaperture – valido dal 26 aprile al 31 luglio – ha mantenuto il limite delle 22 almeno fino al primo giugno. A metà maggio, tuttavia, verrà effettuato un tagliando che verificherà la sussistenza dei presupposti per allentare le misure in caso di miglioramento della pandemia.

Ma andando con ordine. I dissidi tra le forze del governo Draghi si sono manifestati durante una riunione pre Consiglio dei Ministri. La Lega, lo si è detto, ha spinto per prolungare l’orario del coprifuoco alle 23, suscitando l’irritazione del Presidente del Consiglio. Draghi non ha infatti apprezzato il cambio di linea di Salvini rispetto a quanto già deciso in precedenza collegialmente. Il Cdm è così slittato a dopo le 18:00, ma si è comunque deciso di confermare quanto stabilito nella bozza del decreto riaperture. È stato allora che il Carroccio ha annunciato la propria astensione dal voto sul provvedimento.

Parlano i politici

«Voteremo il prossimo decreto, se aiuterà gli italiani. Questo no. Non potevamo votare un decreto che continua a imporre chiusure, coprifuoco, limitazioni», ha dichiarato Matteo Salvini, che ciononostante ha difeso la decisione di appoggiare il governo Draghi. «Sarebbe stato più comodo starne fuori ma ora l’Italia merita impegno e sacrifici. Se siamo zona gialla è grazie alla Lega, però se 500 persone possono chiudersi in un cinema perché 20 non a cena, o in due in palestra».

Debora Serracchiani, capogruppo del PD alla Camera

Alle parole di Salvini ha subito replicato il Partito Democratico. «È incomprensibile che la Lega punti a privilegiare un interesse di partito e per questo rompa l’unità del governo su decisioni tanto delicate. La speranza è che si tratti solo di una parentesi», ha affermato la capogruppo alla Camera Debora Serracchiani; che ha poi definito il momento attuale come quello «della responsabilità e della coesione nelle scelte di governo per consentire al Paese di ripartire in sicurezza».

Le medesime perplessità sull’operato del Carroccio sono state espresse anche dal Movimento 5 Stelle. «Spiace per l’atteggiamento della Lega. Questo governo è nato per incoraggiare la coesione nazionale. Oggi è stata messa in discussione l’unità delle nostre decisioni. In un momento come quello che stiamo vivendo, l’interesse per il Paese viene prima di quello di partito. Purtroppo dalla Lega è un film già visto, che non ha pagato», hanno dichiarato all’ANSA fonti di governo del partito di Giuseppe Conte.

Il tweet di Matteo Salvini:

Le altre misure del decreto sulle riaperture

Il nuovo provvedimento del governo Draghi prevede il ritorno in classe anche per le scuole superiori. La presenza sarà garantita in zona rossa dal 50% al 75%. In zona gialla e arancione dal 70% al 100%. In queste due ultime zone, sarà possibile, fino al 15 giugno, andare a trovare amici o parenti in un’abitazione privata in quattro persone, invece di due. Sarà inoltre consentito spostarsi da una Regione all’altra, anche se rosse o arancioni, per chi sarà munito della certificazione verde; ottenibile da chi si è vaccinato con due dosi, da chi si è ammalato di covid ed è guarito (in entrambi i casi la validità è di sei mesi) nonché da chi ha effettuato un test molecolare o rapido con esito negativo (la durata è però di 48 ore dalla data del test.). È prevista infine la riapertura di cinema e teatri con 500 spettatori al chiuso e 1000 all’aperto, o al 50% della capienza. Gli stessi numeri valgono per gli eventi sportivi.

 

 

Luca Carrello

Aspirante giornalista, laureato in giurisprudenza all'Università degli Studi di Pavia. La mia passione: la politica. Adoro leggere (prediligo i grandi classici) e amo il mondo dello sport. Mi trovate spesso sui social.

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