La tensione è alta tra India e Pakistan. Dopo l’attacco indiano al Kashmir pakistano, avvenuto il 6 maggio, continuano gli scontri. Il rischio è l’esplosione di una guerra su larga scala, i cui pericoli sono fomentati dalle testate nucleari possedute da entrambi i Paesi. È intervenuto il segretario Generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, «Il mondo non può permettersi un nuovo scontro militare» ha detto. È un fatto storico, perché le diatribe per il controllo del Kashmir tra Nuova Delhi e Islamabad sono iniziate nel 1947. Nel 2003 è stato firmato l’ultimo cessate il fuoco, rinnovato nel 2021. La riapertura di questo conflitto segna il momento peggiore nei rapporti diplomatici tra India e Pakistan negli ultimi tempi.
L’attacco
Nella notte tra il 6 e il 7 maggio l’India ha dato una svolta al conflitto. Delhi ha lanciato missili nelle ragioni del Kashmir e del Punjab. Si stanno contando ancora i morti e i feriti che, per ora, si attestano su 26 e 46. È stata colpita anche una moschea. L’India sostiene di avere comandato l’attacco contro siti terroristici, in risposta all’attentato del 22 aprile che aveva causato la morte di 26 turisti indiani. Il Pakistan ha definito l’offensiva «Un atto di guerra». Mentre l’India sostiene si sia trattato di «Un’operazione preventiva a sventare nuovi attentati terroristici».
È stato immediatamente indetto un blocco aereo che ha causato la cancellazione di tutti i voli. Gli scontri continuano nelle linea di confine che separa i due Paesi, dove si trova la regione più popolosa del Pakistan, il Punjab. Il Governo di Islamabad ha fatto sapere che risponderà all’aggressione. Mentre l’India alza le mani dicendo che «Non si voleva creare un’escalation».
La comunità internazionale
La possibilità di un’escalation è proprio ciò che preoccupa la comunità internazionale. Soprattutto perché sia India sia Pakistan sono dotati di testate nucleari. Il presidente statunitense Donald Trump ha definito l’attacco dell’India «Una vergogna», sostenendo di monitorare gli sviluppi del conflitto. La Cina chiede «Moderazione» a Delhi, preoccupata per un allargamento degli scontri.
Intanto, è atteso oggi nella capitale indiana il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi. Teheran era a Islamabad lunedì 5 maggio, dove ha avuto colloqui con il Primo Ministro Shehbaz Sharif. L’Iran si sta proponendo come intermediario tra le due parti, nella speranza che le relazioni non si inaspriscano maggiormente.