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COLOMBIA, IL PRESIDENTE PETRO DICHIARA LO STATO D’EMERGENZA NEL CATATUMBO

«La rivoluzione può essere fatta solo con il popolo e senza violenza» ha commentato su X il presidente colombiano Gustavo Petro, a fronte degli scontri paramilitari nella regione del Catatumbo. Disordini che hanno costretto il leader a proclamare lo stato d’emergenza. I protagonisti sono l’Eln, l’Esercito di liberazione nazionale, e i dissidenti delle Farc, Forze armate rivoluzionarie della Colombia, che si contendono l’area per il commercio di coca del Paese . Da giovedì 16 gennaio, ci sono stati ventimila sfollati e centinaia di morti.

I motivi della guerriglia

Il Catatumbo, situato nel nord-est del dipartimento del Norte de Santander, è detto “zona di nessuno”, in quanto al confine tra Venezuela e Colombia. Ma assume un’estrema rilevanza per le rotte del narcotraffico e la successiva esportazione di cocaina in Europa. Nella regione, infatti, si contano cinquantamila ettari di coltivazioni di coca. La contesa si basa su un motivo comune, ma le due fazioni in guerra sono molto diverse tra loro. Da una parte si ha l’Enl, un’antica guerriglia colombiana attiva dal 1964, ispirata alla rivoluzione cubana.

Gli scontri tra Eln e Farc

Una guerriglia comunista di origine intellettuale, con una struttura decentralizzata e autonoma su forme di finanziamento, gestione delle armi e relazione con altri gruppi. Dall’altra le Farc, movimento politico nato tra gli anni ’50 e ’60 da contadini comunisti spaventati dall’azione repressiva del governo. Iniziando ad adottare pratiche della lotta armata, le Farc arrivarono a essere composte da 20mila guerriglieri.

Farc e governo verso la pace

Le Farc per decenni condussero una guerra contro il governo colombiano, causando la morte di circa 260mila persone. Ma nel 2016 il Paese riscrisse la sua storia con un accordo di pace «pieno e definitivo sulla costruzione di una pace stabile e duratura». Il trattato comprendeva anche il ritiro delle armi dei combattenti e il reintegro nella società di oltre 7mila suoi militanti. Anche con l’Eln si era tentato l’avvio dei negoziati di pace nel 2022, ma furono fallimentari. «L’Eln si è reso colpevole di crimini di guerra, dimostrando di non aver alcun interesse per la pace» sostiene il generale Erik Rodríguez.

«Proclamo lo stato d’emergenza»

Il presidente Petro si è mostrano indignato di fronte ai disordini e all’uccisione di cinque ex combattenti delle Farc, usciti dal movimento e reintegrati nella società. Per questo, ha affermato su X: «Ho proclamato lo stato d’emergenza interna e lo stato d’emergenza economica».

«Ho proclamato lo stato d’emergenza interna e lo stato d’emergenza economica», è quanto ha affermato il presidente Gustavo Petro a fronte dei disordini e all’uccisione di cinque ex combattenti delle Farc

Il governo, riporta il quotidiano El Tiempo, avrà i «poteri strettamente necessari per scongiurare le cause dei disordini». I combattimenti per il controllo delle rotte di narcotraffico sono un pericolo per l’intero Paese e i disagi si stanno dilagando in tre zone. Al confine con il Venezuela, nel sud amazzonico e nel nord. Il numero delle vittime è destinato a salire vertiginosamente, come la cifra degli sfollati, fuggiti in Venezuela dove le autorità hanno organizzato l’accoglienza in due località.

 

a cura di Michela De Marchi Giusto



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