«Wake up, italians». Sono le parole che hanno svegliato tre volontari italiani, due donne e un uomo, e un’attivista canadese dell’associazione Faz3a, assaltati in Cisgiordania da un gruppo di coloni israeliani mascherati e armati.
La ricostruzione
L’attacco è avvenuto al villaggio di Ein al-Duyuk nella città di Gerico, nella cosiddetta Zona A, in cui secondo gli accordi di Oslo non dovrebbe esserci nessun tipo di presenza israeliana. Il gruppo armato è entrato nel villaggio all’alba e ha preso a pugni, schiaffi e calci i quattro cooperanti, intimando «Non tornate più». E dopo le percosse fisiche, i coloni hanno requisito gli effetti personali delle vittime: soldi, passaporti e telefoni. Una delle due ragazze italiane ha spiegato: «Ci hanno dato dei calci in faccia, nelle costole, nell’addome, ai genitali, lungo le gambe». Poi «ci hanno lanciato del liquido addosso che sembrava alcool, ci insultavano. In tre o quattro si sono accaniti sul ragazzo con un bastone. Avevano anche pistole e due fucili».

Le quattro vittime sono state ricoverate in ospedale e assistite sia dal sindaco di Gerico sia dalla polizia palestinese. «Io ho un forte dolore alle costole – ha continuato una delle vittime – La mia amica del Canada che è qui con me sta molto peggio: ha dei lividi neri per tutta la lunghezza di una gamba e dell’addome». Ora si trovano a Ramallah, nell’appartamento che usano di solito come base offerto dall’associazione.
Dietro l’attacco
La violenza è stata probabilmente scatenata dal supporto della popolazione italiana alla causa palestinese. I quattro giovani, infatti, sono cooperanti che assistono l’attività dei palestinesi, dando il loro aiuto a bambini, scuole, agricoltori, pastori e all’intera popolazione locale. «Facciamo i turni di notte per monitorare se arrivano i coloni e avvisiamo le famiglie palestinesi. – ha spiegato una delle vittime – Il villaggio è sotto attacco da due mesi, molte famiglie se ne sono andate perché i coloni hanno distrutto le case, rubato 200 pecore e i polli».
L’appello dall’Italia

Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha definito l’episodio “gravissimo”. «Proprio l’altro giorno – ha detto – avevamo diffuso una nota congiunta di condanna, firmata da Italia, Francia, Germania e Gran Bretagna, per ciò che stanno facendo i coloni in Cisgiordania. Abbiamo anche avviato delle sanzioni, come Unione Europea, nei confronti di alcuni». E con parole dure ha chiosato: «Basta aggressioni, non è questo il modo per rivendicare anche le proprie ragioni. La Cisgiordania non deve essere annessa, siamo assolutamente contrari, deve essere rispettata la popolazione civile palestinese».
Una violenza senza controllo
La situazione in Cisgiordania è da anni caratterizzata da un’alta tensione a causa della violenza dei coloni. Assalti, furti, incendi, pestaggi, uccisioni e attacchi ai villaggi cristiani. Così i gruppi armati colpiscono la popolazione con l’obiettivo di cacciare i palestinesi. In realtà il territorio cisgiordano è stato occupato da Israele dopo il 1967 e ad oggi circa 500 mila israeliani vivono in insediamenti, un fatto illegale per il diritto internazionale. Secondo Tajani: «È gravissimo che vengano attaccati villaggi cristiani, perché rappresentano un elemento di stabilità e di moderazione in tutto il Medio Oriente». Queste situazioni di violenza, infatti, potrebbero compromettere la buona riuscita del piano per Gaza, rendendo sempre più sfumate le prospettive di pace e sicurezza.