Rallenta la crescita del Pil in Cina, che dopo il rialzo del 6,6% registrato nel 2018, si dovrebbe attestare al 6/6,5% nel 2019. Lo ha annunciato il premier Li Keqiang durante l’intervento d’apertura del Congresso nazionale del popolo.
La Cina deve essere «del tutto preparata per una dura sfida» dovendo affrontare nel 2019 «un ambiente difficile e più complicato» ha dichiarato Li. Ad influire negativamente sull’economia cinese sono le trasformazioni economiche interne e le tensioni commerciali con gli Stati Uniti. «I rischi e le sfide sono più grandi e maggiori in numero e dimensioni» ha ammesso il Primo ministro davanti ai 3.000 delegati riuniti nella Grande sala del popolo.
Da registrare inoltre il rallentamento delle spese militari, scese dal +8,1% del 2018 al +7,5% del 2019. L’investimento, di 1.189,8 miliardi di yuan (circa 157 miliardi di euro), sarà comunque consistente, in quanto l’obiettivo del Presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping è quello di dotarsi di forze armate competitive a livello globale.
Un altro dato poco confortante è la crescita della disoccupazione dal 5% al 5,5% nelle aree urbane, dove saranno attivati degli incentivi a favore delle imprese che si faranno carico dei disoccupati “strutturali”. Sarà inoltre potenziata la formazione professionale. Li Keqiang ha promesso oltre 11 milioni di nuovi posti di lavoro e meno burocrazia per le aziende.
La strategia di Pechino per far fronte al rallentamento dell’economia prevede un taglio alle tasse quantificato in circa 300 miliardi. Saranno infatti abbassati gli scaglioni dell’iva.
Li ha strappato grandi applausi al termine della seduta, quando ha annunciato il taglio di più del 20% delle tariffe ai servizi internet sulla telefonia mobile, in un Paese dove nel 2018 gli utenti del web sono cresciuti del 7,3%.