Le informazioni contenute nel Dna si possono modificare. A dimostrarlo è il genetista He Jiankui, ricercatore del laboratorio dell’Università di Scienze e Tecnologia del Sud della città cinese di Shezehen. Lo scienziato ha infatti contribuito alla nascita dei primi due bebè con Dna modificato.
Per farlo, ha utilizzato “un nuovo potente strumento” capace di stravolgere l’informazione genetica attraverso la tecnica del CRISPR-Cas 9. Si tratta di una sorta di taglia e incolla del DNA, ed è stata applicata a Lula e Nana, due gemelline nate lo scorso novembre. He Jiankui ha svolto l’operazione in Cina e si è servito di un metodo di lavoro fortemente criticato negli Stati Uniti per il possibile rischio di danneggiare altri geni. Di fatto, negli USA la tecnica del genoma-editing è vietata.
Il ricercatore ha modificato gli embrioni di sette coppie che avrebbero dovuto sottomettersi a trattamenti di riproduzione assistita, con una gravidanza giunta al termine. Secondo quanto riferisce all’ Associated Press, il motivo della sperimentazione è chiaro: dare al Dna la capacità di resistere ad una possibile futura infezione contro l’Aids. Una operazione che non ha dunque scopi curativi o preventivi ma che si pone come contrasto contro una concreta malattia: l’Hiv. He Jiankui, insieme al suo gruppo di ricerca, ha dovuto disattivare quindi il gene CCR5, ovvero la proteina convertita in porta d’accesso per l’entrata del virus.
La sperimentazione ha scaturito diverse critiche da parte di molti scienziati che hanno puntato il dito più volte contro il genetista cinese. He Jiankui è infatti accusato di essersi servito di esseri umani per le sue ricerche e di aver alterato il DNA solo per provare degli effetti non terapeutici. «Inconcepibile, un esperimento su esseri umani non è eticamente difendibile», ha dichiarato ad Associated Press il dottor Kiran. Il genetista dell’Università della Pennsylvania Kiran Musunuru, ha invece rilevato che per la bambina nata da questo embrione non ci sarebbe stato «davvero quasi nulla da guadagnare in termini di protezione contro l’Hiv» e sarebbe inoltre stata «esposta a tanti altri rischi attualmente sconosciuti per la sicurezza».
Lo studio non è ancora stato pubblicato da nessuna rivista scientifica, ma se tutto questo fosse vero, ci troveremo davanti a un profondo cambiamento scientifico ed etico. «Sento una forte responsabilità, non solo perché è la prima volta – ha dichiarato He Jiankui – ma perché è un esempio. La società deciderà che cosa fare dopo. Se non fossi stato il primo, lo avrebbe fatto qualcun altro», ha concluso.
Non è la prima volta che il DNA viene alterato da una equipe medica. Nel novembre 2017, infatti, in California il paziente Brian Madeux è stato il primo al mondo ad aver subito subito un’operazione genetica per contrastare la sindrome di Hunter, una rara malattia metabolica presente nei suoi geni.
(v.n)