Cesare Battisti ha ammesso per la prima volta di essere responsabile dei 4 omicidi per cui è stato condannato. La confessione è avvenuta sabato 23 marzo davanti al pm Alberto Nobili, il titolare del pool antiterrorismo di Milano. Francesco Greco, procuratore capo di Milano, ha confermato la circostanza in una conferenza stampa.
Il terrorista dei Pac (Proletari armati per il comunismo) ha ammesso tutte le sue responsabilità riguardo i quattro omicidi, i tre ferimenti e le moltissime rapine compiute dalla formazione durante gli anni ’70. Il pubblico ministero di Milano, Alberto Nobili, ha riassunto la confessione di Cesare Battisti davanti al magistrato, al quale il terrorista ha spiegato: «Quando ho ucciso per me quella era una guerra giusta. Io parlo delle mie responsabilità, non farò i nomi di nessuno».
Il pm Nobili ha così commentato il primo interrogatorio dell’ex latitante: «Battisti non era mai stato interrogato prima, e ho avuto la sensazione di assistere a un rito liberatorio. Quella dell’ex terrorista è stata una scelta di campo di fronte a un passato che non ha rinnegato ma da cui adesso ha preso le distanze, anche se quando aveva 22 anni gli sembrava una scelta giusta. È un riconoscimento importantissimo al lavoro dei magistrati, una sorta di `onore delle armi per chi lo ha inquisito».
Battisti è stato condannato in via definitiva per quattro omicidi (due commessi materialmente e due in concorso): quello del maresciallo Antonio Santoro, del gioielliere Pierluigi Torregiani, del commerciante Lino Sabbadin e dell’agente della Digos Andrea Campagna. «Mi rendo conto del male che ho fatto e chiedo scusa ai familiari delle vittime» ha dichiarato l’ex ricercato.
Cesare Battisti era sempre riuscito a sfuggire alla giustizia italiana, fuggendo prima in Francia e poi in Brasile. L’ex membro dei Pac aveva sempre negato i reati a lui contestati, sostenendo di essere stato ingiustamente accusato dai pentiti. Dopo quasi 40 anni di latitanza Battisti era stato catturato in Bolivia lo scorso 13 gennaio 2019.