Sali e scendi per Apple negli ultimi giorni. Una giuria di Los Angeles ha sancito ufficialmente il suo verdetto in merito alla causa mossa alla multinazionale e a Broadcom da parte del California Institute of Technology.
L’Istituto aveva già mosso causa nel 2016, accusando Apple di violazione di 4 brevetti depositati dall’università per la trasmissione via wi-fi. Il risarcimento sarà di 1,1 miliardi di dollari: 838 milioni da parte di Apple e 270 a carico di Broadcom.
Un brutto colpo per Tim Cook, CEO della multinazionale simboleggiata dalla mela morsa. Questa sconfitta è, senz’altro, una delle più grandi mai subite da Apple e, in termini di violazioni di brevetti, si tratta del sesto risarcimento più grosso della storia, scrive Bloomberg.
La scorsa settimana Broadcom aveva inoltre raggiunto accordi per fornire delle componenti ai dispositivi Apple, con entrate da 15 milioni di dollari.
A Wall Street invece i titoli di Apple avevano raggiunto i massimi storici: 327 dollari ad azione, soprattutto grazie ai nuovi modelli dei prodotti.
Negli ultimi mesi le entrate della multinazionale sono ammontate a circa 92 miliardi di dollari. Il balzo ha generato utili netti da primato: 22,4 miliardi di dollari.
La Apple aveva dichiarato, inoltre, di voler aumentare la propria produzione del 10%.
Ma Joseph J. Muller, l’avvocato di entrambe le aziende, non è riuscito nella difensiva. Secondo quanto riportato da The Verge, la sua tesi voleva dimostrare che il CalTech e uno degli inventori del sistema di trasmissione dati non avessero intenzione di sfruttarlo per il wi-fi.
Secondo l’avvocato, l’ateneo si sarebbe mosso solo dopo aver scoperto che Broadcom e Apple erano stati in grado di implementarlo nei chip wireless.
«La difesa si è mossa a sostenere che i componenti installati nei propri dispositivi erano quelli disponibili sul mercato da parte di Broadcom», scrive il Corriere della Sera.
«Secondo Apple l’utilizzo di chip standard non avrebbe neanche dovuto permettere la sua citazione in giudizio» aggiunge la testata.
CalTech, impegnata a proteggere le sue proprietà intellettuali in quanto ateneo di istruzione superiore senza fini di lucro, si è mostrata soddisfatta del verdetto della giuria. Ma non è ancora ufficialmente finita: Apple e Broadcom hanno infatti già annunciato che faranno ricorso.