Il Brasile sta vivendo una «catastrofe umanitaria». A dirlo è l’organizzazione internazionale Medici Senza Frontiere. Il drammatico bollettino sanitario giornaliero, per l’ennesima volta, conta più di 3 mila vittime, portando così il numero totale di decessi nel Paese dall’inizio della pandemia a 365.444.
Pazienti intubati senza anestesia, il sistema sanitario al collasso
Ad oltre un anno di distanza dall’inizio dell’emergenza Covid-19 in Brasile, non esiste ancora una risposta sanitaria pubblica efficace, centralizzata e coordinata. Oltre all’alto numero di morti giornalieri – le vittime brasiliane rappresentano il 26,27% del totale dei decessi globali – preoccupa l’abbassamento dell’età dei soggetti contagiati che presentano sintomi gravi. Un numero sempre più alto di under 40 necessita del ricovero nelle terapie intensive, ormai allo stremo. Nelle grandi città, come Rio de Janeiro e San Paolo, gli ospedali non hanno più sedativi e kit per l’intubazione dei pazienti.
Il Consiglio delle segreterie di salute di San Paolo, il più ricco e popoloso stato del Brasile, denuncia che oltre il 68% delle strutture Covid dello stato ha esaurito le dotazioni dei bloccanti neuromuscolari necessari a far rilassare la muscolatura del paziente da intubare. Si sta così procedendo, nella maggioranza dei casi, all’intubazione senza anestesia.
Le scelte politiche del governo e la campagna vaccinale a rilento
«Le misure di sanità pubblica sono diventate un campo di battaglia politico in Brasile. Scelte che dovrebbero fondarsi sulla scienza vengono orientate da opinioni politiche più che dalla necessità di proteggere individui e comunità dal Covid-19». È l’appello lanciato da Christos Christou, Presidente internazionale di Medici Senza Frontiere.
L’organizzazione chiede con urgenza che le autorità brasiliane riconoscano la gravità della situazione pandemica nel loro Paese e che predispongano un sistema centrale di risposta e coordinamento, per mettere un freno alle migliaia di morti giornaliere.
A peggiorare ulteriormente la situazione ci sono i ritardi della campagna vaccinale. Nel Paese che è stato in grado di vaccinare 92 milioni di persone contro l’H1N1 (influenza suina) in soli tre mesi nel 2009 – durante il mandato del destituito Presidente Luiz Inácio Lula da Silva –, ad oggi solo l’11% della popolazione ha ricevuto una dose di vaccino anti Covid-19.
Richieste di impeachment per Bolsonaro, Lula: «è un genocida»
L’accusa di una mancanza di volontà politica nel fronteggiare la crisi sanitaria chiama in causa il Presidente brasiliano, Jair Bolsonaro. Il sistema sanitario è ad un passo dal collasso, il personale medico è costretto ad improvvisare soluzioni poiché, come dichiara il dott. Christou, «Il governo federale ha rifiutato di adottare linee guida di salute pubblica di valenza scientifica».
Nel frattempo, le accuse di impeachment contro Bolsonaro continuano ad ammassarsi sulla scrivania di Arthur Lira, presidente della Camera dei Deputati. Il giudice Carmen Lucia, del Tribunale supremo federale, ha stabilito un termine di 5 giorni entro il quale Lira dovrà spiegare perché non ha analizzato le 100 richieste di impeachment presentate finora.
Dal canto suo Bolsonaro ha le idee chiare: «Solo Dio mi rimuove dalla presidenza e mi rimuove, ovviamente, togliendomi la vita», ha dichiarato il Presidente. Il popolo brasiliano nel frattempo muore. Vedremo se saranno proprio i cittadini ad innalzarsi a divinità e a destituire il loro Presidente o se, per mettere in discussione Bolsonaro, si dovranno attendere le elezioni presidenziali del 2022.
L’ex presidente Lula è pronto a candidarsi. Le condanne a suo carico sono state definitivamente cancellate dal Tribunale supremo federale, poiché «il giudice Sergio Moro – che dopo la condanna di Lula era diventato Ministro della Giustizia del governo Bolsonaro, fino alle dimissioni del 24 aprile 2020 – non ha mantenuto un comportamento imparziale nei suoi confronti». Lula è nuovamente eleggibile per le presidenziali del 2022. I sondaggi lo danno in vantaggio e Lula sembra avere tutte le intenzioni di dare battaglia: «Se necessario, mi candiderò a vincere le elezioni contro un fascista chiamato Jair Bolsonaro, un genocida, che è il maggior responsabile del caos della pandemia di coronavirus».