Caso Diciotti: la memoria di Salvini all’esame della giunta

Salvini

Un’altra giornata di accesa polemica al Senato in attesa della riunione della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari. La commissione si occupa dell’ammettibilità al giudizio della magistratura del ministro dell’interno Matteo Salvini sul caso Diciotti, dove è imputato per sequestro di persona (pena prevista tra i 3 e i 15 anni). In ogni caso il voto finale spetterà all’aula del Senato.

L’ex pm e senatore di Leu Pietro Grasso ha presentato una richiesta di irricevibilità sulla memoria del ministro, riferendosi ad alcuni dei testi allegati presentati ieri da Matteo Salvini. Infatti Grasso ritiene non ammissibili i documenti a firma del presidente del consiglio Conte e dei ministri Di Maio e Toninelli, in quanto le memorie devono provenire solo dal diretto interessato. Grasso propone che quindi il tutto venga rimandato al tribunale dei ministri, ricordando che nel diritto “la forma è sostanza”. Di parere diverso è però il presidente della Giunta, Maurizio Gasparri, che sostiene che i documenti allegati possano provenire da qualsiasi fonte, ma siano sempre ammissibili se a presentarli è il diretto interessato. Gli atti in questione sono una lettera personale scritta da Conte al ministro Salvini e due memorie dei ministri Di Maio e Toninelli.

Mentre Grasso persegue una lotta appellandosi al diritto, le opposizioni contestano la posizione di Salvini a tutto campo. L’ex segretario del PD Martina denuncia un probabile scambio all’interno del governo sul caso Diciotti, dove la Lega otterrà il no all’autorizzazione a procedere sul caso Salvini in cambio di uno stop alla TAV. Enrico Rossi, presidente della Toscana e membro del PD, ha invece ricordato che, seguendo i principi del filosofo Immanuel Kant, l’uomo debba “sempre essere trattato come fine e mai come mezzo”.

Dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Giancarlo Giorgetti, numero 2 della Lega, arriva un commento a margine del congresso UEFA a Roma: “Il governo supererà anche questa”, ricordando che il consenso del quale l’esecutivo gode nel paese farà si che si trovi un accordo. Anche la ministra Giulia Bongiorno ha rilasciato una dichiarazione, in questo caso per il no all’autorizzazione a procedere, richiamandosi a un’intervista rilasciata da Nicola Morra presente su Il Fatto Quotidiano, dove il presidente dalla commissione antimafia richiama il Movimento 5 Stelle al sì all’autorizzazione a procedere in quanto non fare sconti ai politici fa parte del dna del movimento. La ministra ricorda a Morra come «il rispetto delle regole faccia parte del dna del movimento», e che queste «regole ora vogliono che si valuti l’interesse pubblico». «Solo questo dobbiamo fare, non c’è nessuna volontà di salvare Salvini».

Intanto emergono dettagli sul contenuto della memoria presentata da Matteo Salvini in giunta. Per il ministro dell’interno lo Stato italiano si è appellato a una risoluzione della controversia coi partner europei non essendo accettabile che l’Italia si facesse carico del peso dell’immigrazione da sola. Inoltre Salvini ha contestato l’impostazione data alla vicenda dal tribunale di Catania, che «calpesta le più elementari regole del diritto internazionale e della nostra Costituzione, invadendo poi una sfera di esclusiva prerogativa dell’Autorità di governo».

Lucio Valentini

29 anni, giornalista praticante presso il master Iulm. Laurea triennale in Economia, magistrale in Scienze politiche. Stage al Sussidiario.net, con cui saltuariamente collaboro. Mi occupo di economia, politica, musica in particolare di elettronica e rap.

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