Il Canada vuole porre una forte stretta sul mercato delle armi. L’annuncio arriva dal primo ministro Justin Trudeau: «Non sarà più possibile comprare, vendere, trasferire o importare pistole dovunque in Canada».
Il progetto di legge
Un blocco nazionale della compravendita di pistole. La nuova legislazione – che in caso di approvazione entrerà in vigore a partire dall’autunno – vieterà l’acquisto di nuove armi da fuoco. In più, il provvedimento prevede la confisca della licenza per chi è coinvolto in atti di violenza domestica o molestie, come lo stalking. La stretta riguarda inoltre una modifica dei caricatori per le armi lunghe, in modo che non possano sparare più di cinque colpi.
La decisione giunge dopo la strage di Uvalde, in Texas. «Un canadese ucciso dalla violenza delle armi da fuoco è uno di troppo» ha spiegato in conferenza stampa Trudeau.
La situazione in Canada
L’ultima strage (nonché la più grave della storia) legata alla diffusione delle armi da fuoco in Canada fu nell’aprile 2020: in Nuova Scozia, un uomo travestito da agente di polizia uccise 23 persone. Nelle settimane successive il governo bandì circa 1.500 tipi di armi, prevalentemente fucili.
Nonostante questo provvedimento, il Canada rimane uno degli stati con il tasso di possesso di armi pro capite tra i più alti al mondo. Secondo il report annuale condotto da Small arms survey, nel 2018 la stima era di 34,7 armi su 100 persone. Per fare un confronto, in America il numero era di 120,28 su 100 persone e in Messico di 12,9. Proprio la vicinanza con gli Stati Uniti ha fatto sì che negli ultimi ci fosse un costante flusso clandestino di armi e una crescente ondata di minacce e violenze. Secondo una stima del governo canadese, nel Paese circolano almeno un milione di pistole.
«Non c’è alcuna ragione per cui qualcuno in Canada debba avere armi nella sua vita quotidiana, a parte quelle per la caccia e le attività sportive» il commento finale di Trudeau.