In California, un uomo è stato risarcito con 21 milioni di dollari dopo aver trascorso 40 anni in carcere per un errore giudiziario.
Il protagonista della vicenda è Craig Coley, condannato per sbaglio per l’uccisione della fidanzata di 24 anni e del figlio della donna di appena 4 anni avvenuto nel 1978. L’uomo è stato liberato nel 2017, dopo che le indagini hanno portato alla scoperta della sua innocenza grazie al test del Dna. Coley fu graziato dall’allora governatore dello stato Jerry Brown.
L’annuncio del maxi risarcimento da 21 milioni di dollari è stato dato dalla città di Simi Valley, non lontano da Los Angeles. Oggi Coley ha 71 anni e a lui verranno versati subito 4,9 milioni di dollari. Il resto della somma a lui dovuta proverrà da un’assicurazione e da altri fondi.
GLI ERRORI GIUDIZIARI IN AMERICA
Negli USA, gli errori giudiziari sembrano essere all’ordine del giorno secondo uno studio pubblicato dalla rivista della National Academy of Sciences. La maggioranza degli errori (e dei risarcimenti) in realtà, riguarda le condanne a morte. Circa il 4% delle persone che sono entrate nel braccio della morte dei penitenziari americani era innocente: 340 persone. Soltanto 1.7% di questi condannati è riuscito ad evitare la sentenza. Molte delle persone che sono riuscite ad evitare la pena di morte, però, sono state condannate all’ergastolo senza possibilità di ulteriore appello.
Chi si è salvato, lo ha fatto per lo più grazie al test del Dna. Questa prova, utilizzata con frequenza solo da metà degli anni 90, ha permesso la scarcerazione della maggior parte degli innocenti condannati con la pena capitale, ma non di tutti. Il test, infatti, viene utilizzato soprattutto nel caso di stupro e omicidio, ma non in quelli di solo omicidio. Non tutti i prigionieri, dunque, hanno potuto usufruirne.