Il Viminale sarebbe pronto a velocizzare l’iter per riconoscere la cittadinanza italiana a Rami, il tredicenne di origini egiziane che ha chiamato i soccorsi durante il sequestro del bus sulla Paullese da parte di Ouesseynou Sy.
Il ministero sarebbe infatti pronto a farsi carico di tutte le spese delle procedure burocratiche, in modo da accelerare al massimo la concessione della cittadinanza. Allo stesso tempo la volontà del dicastero è quella di revocare la cittadinanza al conducente del bus dirottato.
Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio, attraverso un post su Facebook, aveva proposto di concedere la cittadinanza italiana per “meriti speciali” a Rami. «Ha messo a rischio la propria vita per salvare quella dei suoi compagni. E’ la cittadinanza per meriti speciali che si può conferire quando ricorre un eccezionale interesse dello Stato. Sentirò personalmente il presidente del Consiglio in questo senso» ha dichiarato il vicepremier pentastellato.
Khalid Shelata, il padre di Rami, aveva infatti chiesto un riconoscimento per il figlio: «Rami ha fatto il suo dovere, sarebbe bello se ora ottenesse la cittadinanza italiana. Siamo egiziani, sono arrivato in Italia nel 2001, mio figlio è nato qui nel 2005 ma siamo ancora in attesa di un documento ufficiale. Vorremmo tanto restare in questo Paese. Non sono mai riuscito a mettere insieme le carte necessarie per fare la domanda, ma questo Paese lo sento come mio. Anche per questo sono così orgoglioso di mio figlio che lo ha difeso. Quando ieri l’ho incontrato l’ho abbracciato forte».
La legislazione italiana prevede la concessione della cittadinanza «In caso di gesti coraggiosi compiuti per la difesa di altre persone e anche per aver difeso le leggi dello Stato. Viene concessa dal Presidente della Repubblica, sentito il Consiglio di Stato e previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro dell’Interno» ha spiegato sulle pagine di Repubblica Pino Gulia, esperto di diritto dell’immigrazione.