Jeff Bezos, 55 anni, fondatore e Ceo di Amazon ed editore del Washington Post, ha dichiarato di essere stato soggetto di ricatto e di un tentativo di estorsione da parte del National Enquirer, il tabloid scandalistico controllato dalla American Media Inc di proprietà di David Pecker, alleato e amico di vecchia data del Presidente americano Donald Trump. Bezos ha dimostrato di aver ricevuto delle e-mail da parte di Pecker, in cui si minaccia la diffusione di foto intime del Ceo e della sua attuale fidanzata, la ex giornalista televisiva Lauren Sanchez. Alcune di queste immagini, scambiate per messaggio dallo stesso Bezos e dalla Sanchez, ritrarrebbero l’uomo più ricco del mondo completamente nudo.
Il Ceo fornisce le prove di quest’accusa in un post. Pubblica le e-mail inviate dal legale della American Media Inc a uno dei suoi più stretti collaboratori, dove si chiede all’imprenditore di “usare buon senso” e di fermare le indagini che aveva avviato per scoprire come il National Enquirer avesse ottenuto i suoi messaggi e foto personali, divulgati a gennaio dal tabloid, in un servizio che svelava la relazione con la giornalista. Servizio che ha creato non pochi danni di immagine a Bezos. Il padre di Amazon in quel periodo stava infatti divorziando dalla moglie MacKenzie. Inoltre le mail gli chiedevano di dichiarare pubblicamente di non avere in mano elementi per dire che lo scoop del National Enquirer nascondesse motivazioni politiche.
«La mia proprietà del Washington Post è una cosa molto complicata. E’ inevitabile che certe persone potenti che sono oggetto della copertura del giornale pensino che io sono un loro nemico. E il presidente Trump è una di queste persone, come appare ovvio dai suoi tanti tweet» scrive Bezos, che per la prima volta si rivolge apertamente al Presidente Usa «Naturalmente non voglio che foto personali vengano pubblicate ma non voglio nemmeno partecipare alla loro ben nota pratica di ricatti, favori politici, attacchi politici e corruzione».