Prima i rumori, poi gli spari. Sono le 5 di mattina quando un 68enne apre il fuoco nelle campagne di Bazzano nel bolognese, uccidendo un uomo.
È quanto avvenuto in una proprietà di una famiglia fiorentina, con villa padronale e varie dependance: l’uomo che ha sparato vi risiedeva come custode, insieme alla moglie.
La ricostruzione dei fatti
«Venite, abbiamo sentito dei rumori, forse dei ladri. Mio marito ha sparato e dopo uscendo abbiamo trovato quell’uomo a terra». Così avrebbe riferito al 112 la moglie del 68enne.
Stando alla ricostruzione dei carabinieri e del pm Manuela Cavallo, i due coniugi avrebbero sentito dei rumori provenire da uno degli edifici annessi alla residenza. A quel punto il 68enne avrebbe esploso 5 colpi di pistola da una finestra, sparando alla cieca. L’arma, regolarmente detenuta, è un revolver calibro 38.
Una volta ristabilita la calma, i due sarebbero usciti dall’abitazione, ritrovando il corpo senza vita dell’uomo. La vittima è un ragazzo di 20-25 anni, ma non è stato possibile identificarlo, in quanto sprovvisto di documenti.
L’ipotesi di legittima difesa e l’attacco del sindaco
Il numero degli intrusi non è ancora stato stabilito con certezza. I presunti ladri avrebbero forzato l’accesso ad una delle dependance, per poi tentare d’introdursi nell’abitazione.
Il proprietario di un’azienda vicina ha affermato di aver sentito suonare l’allarme della sua tenuta intorno all’1.40 di notte: le telecamere di sicurezza del complesso avrebbero ripreso 6 persone, una delle quali munita di un estintore.
La procura di Bologna, diretta da Giuseppe Amato, ha fatto sapere che prenderà in considerazione l’ipotesi di legittima difesa solo in seguito a un preciso accertamento balistico. Stando alle dichiarazioni rilasciate dal custode, infatti, l’intenzione non sarebbe stata quella di sparare per uccidere, ma solamente per mettere in fuga i ladri.
Il sindaco di Valsamoggia, Daniele Ruscigno, si è scagliato contro lo Stato con un duro commento: «Un tentativo di furto, degli spari, un morto, magistratura e forze dell’ordine al lavoro per ricostruire la dinamica. E ci sarà il via alle solite parole inutili e alle promesse mai mantenute».
«L’inasprimento della pena per violazione di domicilio è stata ridicola», ha continuato, «a 6 mesi a 3 anni si è passati da 1 anno a 4. Praticamente zero. Basta prenderci in giro. Basta prendere in giro le comunità».