Basket: al via le Final Eight di Coppa Italia tra certezze e sorprese

La Serie A del basket è arrivata al giro di boa e per le prime otto della classe questo significa Final Eight di Coppa Italia. In questa non facile stagione, tra partite rinviate per covid e il caso Virtus Roma, la kermesse della pallacanestro ritorna dopo cinque anni al Mediolanum Forum di Assago a Milano, dall’11 al 14 di febbraio. Le sorprese non mancano: dal ritorno di Pesaro dopo 9 anni, fino al duo Reggio Emilia e Trieste, capaci di tenere dietro squadre come Fortitudo e Brescia, al via più quotate. Tabellone alla mano già i quarti di finale presentano sfide molto interessanti anche per futuri sviluppi sulle gerarchie del campionato.

Milano-Reggio Emilia: Davide contro Golia
Milano è una vera e propria corazzata (Credits: @olimpiamilano)

La rassegna, quest’anno targata Frecciarossa, si aprirà con Milano che se la vedrà con Reggio Emilia nel primo quarto di finale. Da una parte la squadra di coach Messina, forte del primo posto in campionato con una sola sconfitta, è costruita per vincere in Italia e in EuroLeague, dunque è lunga e ricca di talento: la leadership di Rodriguez e Hines,  l’atletismo di Leday e grandi realizzatori come Datome, Punter e Delaney; il tutto con un’applicazione difensiva che in Lombardia non si vedeva da anni, vero punto forte della squadra.

Brandon Taylor è la prima soluzione offensiva per coach Martino (Credits: @pallreggiana)

Mentre Reggio, nonostante un mese di stop forzato causa focolaio interno di coronavirus, è riuscita a strappare il biglietto per Milano dimostrando di essere una squadra di carattere. Il giovane coach Antimo Martino, già nei radar di squadre più prestigiose, ha creato un ottimo mix tra esperienza e giovani talenti tra cui spicca Brandon Taylor. Il play ha le chiavi dell’attacco in mano e le cifre lo dimostrano: 16 punti e quasi 5 assist di media a gara. Reggio Emilia, dunque, dopo quindici gare è tra le prime otto con il morale alle stelle e la consapevolezza di non aver niente da perdere, al contrario di Milano.

Bologna-Venezia: più di un semplice quarto di finale

Il secondo quarto di finale, che completa la parte sinistra del tabellone, è lo scontro tra la Virtus Bologna e la Reyer Venezia, il primo vero big match della competizione.

Per la Virtus l’obiettivo minimo è la finale. (Credits: @virtussegafredobologna)

Lasciato alle spalle il periodo di crisi, che portò all’esonero di coach Djordjevic salvo poi essere richiamato pochi giorni dopo, ora Bologna è di nuovo una corazzata. Il grande ritorno di Marco Belinelli (in dubbio causa infortunio) ha dato nuova linfa ai bianconeri, che hanno così un arciere in più al loro già nutrito gruppo di realizzatori. A dirigere l’orchestra c’è sempre Milos Teodosic: giocatore totale capace di mettere in ritmo i compagni e segnare da ogni posizione con giocate di puro talento. Guai a fermarsi sul perimetro, le V Nere anche sotto canestro uniscono fisicità ed atletismo con Hunter e Gamble, giocatori che regalano a Djordjevic la possibilità di giocare più vicino al ferro sempre con ottimi risultati.

L’attacco di Venezia si passa dalle mani del play Tonut
(Credits: @umanareyer)

Ma se il roster bolognese vanta un potenziale offensivo di fuoco, non è da meno quello veneziano (Daye, Tonut e Watt su tutti). I lagunari fanno della continuità degli interpreti la loro filosofia e il gioco proposto la rispecchia: in campo si trovano a memoria. La lunghezza della panchina garantisce a coach De Raffaele rotazioni profonde e la possibilità di adattarsi a qualsiasi avversario.

Il punto debole è comune a entrambe: la continuità sui due lati del campo. Bologna può andare in difficoltà se aggredita dai primi minuti, mentre Venezia paga i vari cali di concentrazione in difesa. Dunque, nonostante si prospetti una sfida dall’alto potenziale offensivo, la gara si deciderà nella metà campo difensiva.

Brindisi-Trieste: tanto dipenderà dagli esterni

Spostandosi nella parte destra del tabellone, la prima sfida di venerdì metterà Brindisi di fronte a Trieste.

Brindisi possibile outsider che può far male ai giganti (Credits: newbasketbrindisi.it)

Chiuso il girone d’andata in seconda posizione, la squadra pugliese ha trovato in D’Angelo Harrison e Nick Perkins due validi sostituti ai partenti Banks e Brown. Tanti meriti vanno a coach Vitucci, che ha creato un sistema di gioco fluido e rapido, che vede nei due esterni i principali terminali offensivi. In più un giocatore duttile come James Bell, che può giocare sia vicino a canestro che sul perimetro, ha spesso creato problemi alle squadre avversarie. Ma la forza di Brindisi è anche il suo limite: l’attacco se non innescato dai piccoli è sterile e a ciò si aggiungono i problemi nel coprire l’area dai lunghi avversari, visto che Perkins e Krubally spesso regalano centimetri.

Fernandez: cervello e cuore di Trieste (Credits: @pallacanestrotrieste)

Dall’altra parte Trieste, prima volta in Coppa Italia, ha in Upson e Delia buone soluzioni vicino al ferro e nei pick and roll. L’esplosione di DeVonte Upson, sbocciato dopo l’addio di Ike Udanoh, affianco ai solidi Grazulis e Matteo Da Ros hanno permesso alla squadra di Dalmasson di cambiare volto dopo la sconfitta di Pesaro. Ma tutto dipenderà da Juan Manuel Fernandez: le sconfitte dei friulani, infatti, sono figlie delle seratacce del play iberico e dell’ala Mike Henry, primo riferimento sugli scarichi.

Sassari-Pesaro: la certezza contro la sorpresa

Ultimo quarto di finale è quello tra Sassari e Pesaro.

Eimantas Bendzius sta viaggiando con il 51% da tre (Credits: @dinamosassari)

Gli isolani rispecchiano il proprio allenatore, Gianmarco Pozzecco. Propongono una pallacanestro basata sul tiro dalla lunga distanza, grazie a Bendzius e Kruslin, ma in transizione sfruttano anche il post basso con Miro Bilan, centro dalle mani ottime sia per realizzare che per imbeccare i compagni. Inoltre, continua la crescita di Marco Spissu play che nell’arco di due stagioni ha preso in mano le redini della squadra conquistando la piena fiducia del “Poz”.

Dall’altra parte i marchigiani, che come l’araba fenice sono risorti dalle ceneri dell’ultimo posto dell’anno scorso, sono la rivelazione del girone d’andata. Se un centro di spessore come Tyler Cain e capitan Delfino sono i punti di riferimento in campo, la vera forza sta in panchina e porta il nome di Jasmin Repesa.

Il capitano della VL Carlos Delfino è uno dei migliori fin ora (Credits: victorialibertas.it)

Il tecnico sin dall’arrivo ha chiesto aggressività, senza paura di prendersi responsabilità per il bene della squadra e la sua presenza nello spogliatoio è cruciale sia emotivamente che tatticamente. In particolare, hanno cambiato completamente volto rispetto all’anno passato, il giovanissimo Henri Drell e l’ala Simone Zanotti, ora soluzioni importanti e non solo rimpiazzi. Però il roster corto, figlio dell’esigua disponibilità economica, obbliga i titolarissimi di Repesa ad un minutaggio molto elevato e ciò si ripercuote sulla lucidità nei finali di gara.

Luci accese, ma spalti vuoti al Forum

La competizione, coperta sia da Rai Sport che da Eurosport Player, sarà chiusa al pubblico, ma la LegaBasket non fa mancare iniziative per coinvolgere i tifosi. Dalla possibilità di inviare la propria esultanza video che verrà poi inserita nei led a bordocampo, fino alla “Bracket Challenge”. L’obiettivo è quello di regalare ai fan un evento quanto più interattivo possibile, in modo che si sentano di nuovo parte fondamentale delle partite.

Kevin Bertoni

Classe 1997 direttamente da Pesaro. Dopo il liceo scientifico mi laureo con lode in "Informazione, media e pubblicità" a Urbino, passando anche sei mesi in quel di Madrid; mentre ora il sogno di diventare giornalista mi ha portato a Milano. L'unica costante nella vita? L'amore per il basket e per il mondo dello sport, tanto che ne parlo (troppo) e ne scrivo costantemente. Quasi dimenticavo: «Se non vi piacciono i Playoff NBA non vi voglio nemmeno conoscere eh!».

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