BAMBINI TOLTI AI GENITORI MA È POLEMICA SUI SOCIAL

«Il Tribunale dei minori è una fossa piena di vermi». È uno dei tanti commenti che si trovano su Facebook in riferimento alla vicenda della “famiglia nel bosco” a Palmoli, un piccolo borgo in provincia di Chieti, iniziata lo scorso 13 novembre. Quel giorno per la famiglia anglo-australiana Trevillion tutto è cambiato. I magistrati hanno tolto la potestà genitoriale al padre Nathan e alla madre Catherine Birmingham, affidando i figli Utopia Rose, Galorian e Bluebell a una struttura protetta di Vasto.

La famiglia Trevillion
La “casa nel bosco” in provincia di Chieti

Il caso, oltre che colpire nel privato la famiglia, è diventato un caso mediatico e politico nazionale. La famiglia vive in una piccola casa di 40 metri quadrati, senza acqua corrente, gas e luce elettrica. È provvista di una cucina a stufa, un lavandino senza rubinetti e una stanza con quattro letti separati e pitali a terra. Adiacente c’è una roulotte e un water a secco in giardino. Ai pasti provvedono i due genitori, cuochi di livello, con prodotti vegetali e delle loro coltivazioni: latte solo di soia, niente carne, proteine solo da legumi, colazione con tè e porridge. I tre bambini non parlano bene italiano e hanno avuto un’educazione parentale definita una “no-schooling” dalle autorità. Frammentata e senza materie fondamentali come grammatica e matematica. A ciò, secondo i giudici, si aggiunge un problema di socializzazione: i fratelli possono parlare e giocare con i coetanei, ma se questi ultimi non hanno un cellulare.

Perché allontanare i bambini?

A far scattare la segnalazione dei carabinieri è stato un avvelenamento da funghi avvenuto nel 2024, quando l’intera famiglia è andata in ospedale. Poi, approfonditi tutti gli aspetti del caso, il Tribunale dei minori ha richiesto l’allontanamento dei figli, sottolineando le «lesione del diritto alla vita di relazione» con conseguenze «sullo sviluppo cognitivo-emotivo». I giudici hanno poi delineato un «grave pregiudizio per l’integrità fisica e psichica dei bambini» per le condizioni in cui hanno vissuto: una piccola roulotte caratterizzata dall’assenza di agibilità e problemi legati all’umidità che potrebbero portare lo sviluppo di patologie polmonari.

«La situazione – hanno spiegato i giudici – manifestava indizi di preoccupante negligenza genitoriale, con particolare riguardo all’istruzione dei figli e alla loro vita di relazione». Quasi nessun comfort e mancanza di servizi igienici non hanno migliorato il caso. La casa «era in vendita su un’agenzia immobiliare di Vasto. Io e mia moglie l’abbiamo vista e ce ne siamo innamorati» ha spiegato papà Nathan. «Si tratta di un progetto studiato da un ingegnere al quale ci siamo rivolti. Prevede di aggiungere un locale alla casa, che ospiterà cucina e bagno». Al quadro, già preoccupante per il Tribunale, si è aggiunta la non collaborazione dei Trevillion, i quali non hanno permesso l’accesso in casa, il contatto diretto con i bambini e gli accertamenti sanitari richiesti dalla pediatra.

Sui social
La famiglia anglo-australiana Trevillion

La famiglia è stata vista come innocua sui social: no vax, ecologisti e contro il «mondo avvelenato» che li circonda. Per questo il Tribunale dei minorenni dell’Aquila e la sua presidente, Cecilia Angrisano, sono stati bombardati da insulti, offese e minacce. «Non ci hanno definiti “cattivi genitori”. Semplicemente a loro non piace quello che facciamo» ha detto papà Nathan. Nel frattempo si sta studiando una soluzione: anche solo un nuovo locale potrebbe portare a un miglioramento del profilo igienico. «Viviamo felici, con la natura. Perché volete togliere i bambini a una famiglia che è la più felice del mondo? Stanno distruggendo la vita di cinque persone serene».

 

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