«Non possiamo più tacere. È tempo di agire collettivamente e di diventare consapevoli che anche spezzare il silenzio significa servire lo sport». Questo il commento apparso sul quotidiano Le Parisien, che ha titolato: «quindici anni fa, il mondo del tennis è stato scosso dalle rivelazioni di Isabelle Demongeot, vittima di stupro del suo allenatore. Da allora, la federazione ha adottato nuove misure».
L’appello è stato firmato dagli atleti francesi di alto livello che hanno commentato: «le recenti rivelazioni di aggressioni sessuali subite da numerosi giovani sportivi fanno tremare il sistema e risvegliano la nostra rabbia». Tra questi, hanno partecipato alla dichiarazione anche le sciatrici Marie Martinod e Ophélie David, la star del Judo Teddy Riner e la tennista Tatiana Golovin.
A smuovere il mondo dello sport francese, le accuse di stupro e violenze sessuali raccontate dall’ex campionessa di pattinaggio artistico Sarah Abitbol. Nei giorni scorsi infatti, l’atleta ha pubblicato un libro in cui accusa l’ex allenatore Gilles Beyer di averla violentata più volte fra il 1990 e il 1992, quando lei era ancora minorenne. Le sue dichiarazioni avrebbero spinto lo scorso martedì la procura di Parigi ad aprire un’indagine per stupro e violenza sessuale sui minori.
In un comunicato stampa, il pubblico ministero di Parigi Rémy Heitz ha precisato che le indagini «tenteranno di identificare eventuali altre vittime che potrebbero aver subito, nel contesto descritto, molestie simili», oltre ai fatti menzionati in questa indagine. Il caso di Sarah però non sarebbe l’unico. Altre pattinatrici infatti avrebbero accusato lo stesso Beyer di aver avuto rapporti quando ancora minorenni. Tra queste, Helene Godard, mentre Anne Bruneteaux e Béatrice Dumur avrebbero accusato un altro tecnico, Michel Lotz.
Anche il Ministro dello sport francese Roxana Maracineanu ha twittato: «l‘apertura di un’indagine preliminare da parte della procura di Parigi sui casi di violenza sessuale negli sport sul ghiaccio è un segnale forte. Le parole delle vittime devono essere ascoltate dal sistema giudiziario».
L’ouverture d’une enquête préliminaire par le parquet de Paris sur les affaires de violences sexuelles dans les sports de glace est un signal fort.
La parole des victimes doit être entendue par la justice.— Roxana Maracineanu (@RoxaMaracineanu) February 4, 2020
LA STORIA DI SARAH ABITBOL
Oggi Sarah Abitbol ha 44 anni, è sposata e ha una bambina. Ha vinto medaglie agli Europei e ai Mondiali. Nel suo libro ha raccontato di quanto le accadde 30 anni fa. «Non è facile raccontare a 44 anni di essere state violentate a 15. Ho pronunciato quella parola solo 14 anni dopo davanti al mio psicologo. Mi fa ancora male oggi. Quello che ho scritto cambierà la mia immagine e farà soffrire chi mi sta attorno, ma spero anche che faccia esplodere l’omertà. Mi fa paura, ma è la parola giusta: mi ha violentata». Secondo il racconto, l’allenatore raccontava alla madre di aver bisogno di Sarah per allenamenti oltre l’orario, quando, in realtà, approfittava della sua vulnerabilità per violentarla.
«Ancora oggi ho paura quando esco di casa. Ho il terrore di andare in posti che non conosco. Ho una fobia per i luoghi chiusi. Ho sempre bisogno delle finestre aperte a casa e in auto. I parcheggi mi portano crisi di angoscia come la notte. Il tempo e i luoghi nei quali approfittava di me» ha dichiarato Sarah Abitbol.