Psa e Fca hanno raggiunto l’accordo: nasce il quarto costruttore al mondo di auto in termini di volumi e il terzo in base al fatturato. Nel giro di dodici/quindici mesi si concluderà la fusione del gruppo che terrà insieme Fiat e Chrysler, Peugeot e Citroën. La sede sarà in Olanda con John Elkann alla presidenza e Carlos Tavares come amministratore delegato.
Caro Fratello, prima di tutto, credo e crederò sempre in TE. Sono MOLTO orgoglioso di TE. Tu e Tavares e tutto il team #FCAPSA avete fatto un capolavoro. Batman & Robin = Elkann & Tavares. Bravi 👏 ENTRAMBI pic.twitter.com/Nn4buEbo3a
— Lapo Elkann (@lapoelkann_) December 18, 2019
Cda: 11 membri e maggioranza di consiglieri indipendenti
Nel consiglio di amministrazione, composto da 11 membri, la maggioranza sarà costituita da consiglieri indipendenti, tra cui lo stesso Tavares con un mandato di 5 anni. «La fusione è tra due società sane: entrambe sono in utile e dobbiamo essere abili per fare leva sulle forze dei due gruppi, che sono complementari», ha dichiarato Tavares che sottolinea: «L’elettrificazione sarà la vera sfida da affrontare nel mercato europeo. Siamo fiduciosi di riuscire con Fca a far fronte anche a questo grande cambiamento di mercato».
Mobilità sostenibile e presenza geografica bilanciata
Tra le prime sfide, si legge nella nota congiunta dei due gruppi, c’è la mobilità sostenibile. «Il nuovo gruppo avrà una presenza geografica molto più bilanciata», spiegano le società, «con il 46% dei ricavi generati in Europa e il 43% in Nord America». Si parla di una realtà da quasi 9 milioni di veicoli, con ricavi di quasi 170 miliardi di euro e un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi.
Risparmi e nessuna chiusura di stabilimenti
La fusione, voluta e avviata anni fa da Sergio Marchionne, mira a generare sinergie, e quindi risparmiare. Secondo le stime ricevute dalle società, le sinergie annuali saranno di circa 3,7 miliardi di euro. «Tali sinergie consentiranno al nuovo gruppo di investire fortemente nelle tecnologie e nei servizi che definiranno la mobilità in futuro, contribuendo al raggiungimento degli stringenti requisiti normativi globali sulle emissioni di CO2» sostengono le società. Garantiscono, poi, che tali misure non prevederanno nessuna chiusura di stabilimenti.
Mistero sul nome
Sul nome, invece, silenzio totale. «Abbiamo tempo per lavorarsi sopra, valutare le opzioni, non c’è fretta. Sarà un lavoro stimolante» ha dichiarato Tavares. Gli fa eco l’amministratore delegato di Fca, Mike Manley: «Il nome della futura entità nata dalla fusione tra Fca e Psa è un processo che comincia ora e che speriamo di concludere nei prossimi mesi» e definisce la questione «non delicata, ma soltanto interessante».