APRIRE AL GIOCO
È UN AZZARDO?

Anche il mondo del gioco d’azzardo vivrà la sua “fase 2”.

A distanza di 45 giorni dall’ultima estrazione si rimette in movimento il grande affare, quasi 120 miliardi lo scorso anno, che era stato sospeso prima dal Dpcm dell’ 22 marzo, e poi dalle determinazioni del direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli del 12, 21 e 30 marzo.

Tutto fermo, ad eccezione dei Gratta&Vinci e parte dell’azzardo online, quest’ultimo molto ridotto per il blocco di quasi tutte le attività sportive. Un lockdown amaro, costato quasi 200 milioni al fisco.

Ma in vista della progressiva riapertura dell’Italia, prima  ancora di tante altre attività economiche, via libera alle scommesse. Anche perchè l’azzardo ogni mese frutta allo Stato circa un miliardo di euro.

È quanto previsto dalla nuova direttiva dell‘Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, firmata da Marcello Minenna. Si procederà gradualmente e, per ora, solo nelle tabaccherie «secondo criteri che privilegino motivi di salute pubblica» e «nel rispetto delle misure di sicurezza sanitaria».

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LE FASI DELLA RIAPERTURA

Primo step il 27 aprile, quando  sarà di nuovo possibile giocare al “10 & Lotto”, “Millionday” “Winforlife” e “Vincicasa”, fermo restando «l’obbligo di spegnimento dei monitor e dei televisori» su cui normalmente vengono trasmessi i risultati delle estrazioni, fattore che potrebbe creare assembramenti all’interno dei locali.

Il secondo passo è previsto il 4 maggio, con il ritorno di Lotto, Superenalotto e SuperStar.

La settimana dopo ripartirà la raccolta delle scommesse su eventi sportivi e non sportivi, compresi quelli “simulati”, ma esclusivamente nei corner all’interno di bar e locali. Lo stesso vale per  la raccolta tramite dispositivi elettronici del tipo “slot machines”.

In tutti questi casi le estrazioni «verranno effettuate nel rispetto delle misure di sicurezza sanitaria», imponendo all’Agenzia di «adottare ogni misura finalizzata al contenimento del contagio assicurando i servizi essenziali in materia di giochi, quali le funzioni di controllo».

Rimarranno invece chiusi fino a nuovo ordine gli altri punti vendita dedicati al gioco, i primi a essere fermati con il dpcm dell’8 marzo: niente sale slot, dunque, nè sale Vlt, nè sale bingo, dove è difficile garantire le distanze.

LE POLEMICHE

Non tardano ad arrivare le critiche. Da un lato c’è il governo, che ha la necessità di rimpinguare le proprie casse, in vista dei miliardi da investire a sostegno di famiglie e imprese. Utile dunque ricorrere al “gioco legale”, business redditizio che ogni anno porta oltre 15 miliardi nelle casse dell’ Erario. 

Dall’altro le associazioni che si occupano di ludopatia, che avvertono come durante la quarantena siano aumentate le richieste di aiuto da parte dei giocatori compulsivi in piena astinenza.

In mezzo gli amministratori locali, a partire dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che critica la scelta di far ripartire l’azzardo prima delle aziende e dei negozi.

 

«Aprire a gioco d’azzardo? Pericoloso e sbagliato!» scrive sulla sua pagina Facebook il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, parlando della fase 2 dopo l’emergenza coronavirus.  «Vogliamo riaprire le attività, ma con buonsenso e sicurezza. La Lombardia ha fatto alcune proposte, ma al momento da Roma hanno ben chiare solo le aperture sull’azzardo».

❌ Aprire a gioco d'azzardo?Pericoloso e sbagliato!Vogliamo riaprire le attività, ma con buonsenso e sicurezza.La…

Pubblicato da Attilio Fontana su Venerdì 24 aprile 2020

 

Intanto su change org è stata anche lanciata una raccolta firme per chiedere al premier Giuseppe Conte di non “sbagliare il primo passo”.

Benedetta Piscitelli

Mi interessano le persone, le loro storie, l’attualità raccontare fatti per creare opinioni. Dubito spesso e non mi accontento mai della prima versione dei fatti: per molti è un difetto, io provo a farne una professione. Vivo on-line frequentando gli ambienti social ma preferisco il giornalismo retrò, quello attivo tra la gente. Laureata in Scienze della Comunicazione, sono diventata giornalista pubblicista a Napoli, dove ho fatto la vera gavetta nell’emittente regionale Canale21. Qui ho imparato prima a chiudere un servizio, poi a fare collegamenti in diretta e infine a condurre il telegiornale. Dal 2018 collaboro con l’edizione casertana de Il Mattino. Attualmente sono praticante presso la Scuola di giornalismo IULM di Milano.

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